Ragnedda voleva far sparire per sempre il corpo di Cinzia Pinna. La madre: «Fateci salvare le nostre api»
Al setaccio chat e tabulati telefonici dell’assassino. Intanto Nicolina Giagheddu lancia un appello: «Non possiamo entrare a Conca Entosa», 300mila insetti a rischioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Spostamenti e incontri di Emanuele Ragnedda dopo l’omicidio di Cinzia Pinna, i contatti con persone che gli avrebbero promesso aiuto e i messaggi indirizzati ad alcuni presunti spacciatori.
Le indagini sul delitto di Conca Entosa, oltre agli accertamenti di tipo tecnico (affidati agli specialisti del Ris di Cagliari), in queste ore vengono condotte con mezzi più tradizionali, come l’analisi di conversazioni e chiamate del principale indagato e di altre persone.
Stando a indiscrezioni, l’inchiesta avrebbe fatto emergere i tentativi di Ragnedda di trovare qualcuno disposto ad aiutarlo, anche a fare sparire definitivamente il corpo della vittima e i suoi oggetti personali.
Se i carabinieri non fossero arrivati all’imprenditore e non lo avessero convocato in caserma il 22 settembre, non è escluso il successo del piano per la cancellazione delle prove del delitto.
Dai telefoni, sotto questo profilo, starebbero arrivando dati rilevanti e non è escluso il coinvolgimento di altre persone.
Nel frattempo, la madre di Ragnedda, Nicolina Giagheddu, ha lanciato un appello sui social chiedendo di poter accedere alla tenuta sotto sequestro: «Le 300mila api di Conca Entosa hanno immediato bisogno del loro apicoltore, ma non si può entrare. Chiedo aiuto per le api».