«Era cambiata, non era la più la ragazza espansiva che conoscevo e con la quale avevo stretto amicizia». L'ex compagna del calciatore Daniele Ragatzu, ex del Cagliari e dell'Olbia attualmente in forza al Pontedera, è stata descritta così da un'amica e collega di lavoro oggi durante l'udienza davanti al Tribunale di Tempio Pausania, nell'ambito del processo contro il calciatore accusato di stalking e maltrattamenti.

La donna, diventata amica della presunta vittima dal 2014, è stata chiamata in aula come testimone della parte civile e ha risposto alle domande della legale di parte Cristina Cherchi, a quelle rivoltele dall'avvocato di Ragatzu, Filippo Pirisi, e del pubblico ministero.

Ha descritto l'amica e collega come «profondamente turbata e irraggiungibile al telefono« durante il periodo che va dall'ottobre del 2016 allo stesso mese del 2017, in cui stava intrattenendo una relazione con il calciatore, dal quale ha poi avuto anche un figlio.

Sul banco dei testimoni è stata chiamata poi la sorella della presunta vittima, all'epoca dei fatti 14enne. La ragazza ha confermato di essere stata a conoscenza di presunti maltrattamenti verbali e anche fisici a cui la sorella sarebbe stata sottoposta dall'ex compagno e ha aggiunto che il loro padre aveva assistito a telefonate di minacce e insulti da parte di Ragatzu nei confronti della giovane.

Motivo per cui avrebbe provato un grande rancore verso il compagno della figlia, tanto da registrare il suo numero di telefono con l'appellativo di "mostro". La ragazza ha però anche sottolineato che i rapporti della sorella con il genitore erano incrinati da tempo a causa della separazione in corso con la loro madre. Il prossimo 8 ottobre si tornerà in aula per sentire altri tre testi di parte civile.

(Unioneonline)

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