Un’altra udienza sofferta per la ragazza che accusa Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia, di averla violentata la notte tra il 16 e il 17 luglio nella villa di Porto Cervo della famiglia Grillo dopo una serata in discoteca.

Anche oggi, ultima udienza dedicata al controesame delle difese, la presunta vittima era separata dagli avvocati da un drappo nero.

Le domande di Mario Mameli, difensore di Capitta, l’hanno messa a dura prova. Diversi quesiti molto specifici su quanto avvenuto quella notte: la ragazza spesso ha risposto con “non ricordo”, ha avuto diverse crisi di pianto ed è apparsa in grande difficoltà quando l’avvocato l’ha messa di fronte ad alcune incongruenze tra le sue dichiarazioni e i filmati (che non sono stati mostrati in aula ma di cui i legali sono in possesso).

La giovane ha parlato di uno svenimento avvenuto quella notte che le impedisce di ricordare molte cose. «Ma quando è avvenuto, perché lei ricorda solo alcune cose e altre no, anche di quelle accadute dopo il blackout?», l’obiezione dell’avvocato. 

C’è stato anche uno scontro tra la difesa e la parte civile. Dario Romano, legale della presunta vittima, ha protestato per le domande che venivano poste alla ragazza e l’udienza è stata interrotta per qualche minuto. «Sto facendo le stesse domande che ha fatto l’avvocata Giulia Bongiorno», ha replicato il difensore di Capitta.

Finito il controesame, il pm ha fatto alcune domande alla ragazza, concentrandosi, su quanto e dove avesse bevuto quella sera, dettaglio tutt’altro che trascurabile per capire se il rapporto sia stato consensuale.

Il processo è stato dunque aggiornato ad aprile, quando verranno sentiti i consulenti di parte civile. Oggi è emerso anche che quasi sicuramente saranno ascoltati in aula anche i quattro imputati, presumibilmente in primavera.

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