«Deve pagare. Sono io la prima a fargliela pagare». Per la famiglia di Cinzia Pinna «non ho parole. Sto piangendo prima per loro e dopo per mio figlio». E ancora: «Non si perdonano certe cose, non si possono perdonare». 

Sono dichiarazioni durissime quelle di Nicolina Giagheddu, madre di Emanuele Ragnedda, il quarantunenne che ha confessato l’omicidio della trentatreenne di  Castelsardo. 

La donna, con la voce rotta quando parla della vittima e sicura quando si riferisce al figlio, ha parlato davanti alla tenuta di Conca Entosa, dove la notte tra l’11 e il 12 settembre l’imprenditore ha esploso alcuni colpi di pistola contro Cinzia Pinna, per poi nascondere il corpo vicino a un albero, nel terreno recintato. 

Video di Andrea Busia 

«Una volta un bambino autistico che è venuto qui mi ha chiesto se questo fosse il paradiso. Io gli ho risposto: “Tu credi sia il paradiso?”. Lui mi ha risposto “sì”. Beh, mio figlio lo ha trasformato in un inferno. Allora si merita l’inferno», ha detto ancora la donna. «Conca Entosa è un pezzo del mio cuore». Quella terra che le era stata lasciata dal padre e che lei aveva trasferito al figlio, per permettergli di avviare la sua impresa vitivinicola: «Ho creduto nel suo progetto e gliel’ho affidata, in questo ho sbagliato. Non mi sento in colpa. Io a mio figlio ho sempre detto “libero arbitrio”, ma non significa che puoi togliere una vita, uccidere una ragazza, un’anima».

Questa donna distrutta dal dolore chiede «perdono alla famiglia di Cinzia Pinna, a loro posso solo chiedere perdono».

Per capire cosa sia successo nelle ore e nei giorni successivi al delitto oggi,   nel pomeriggio, nella proprietà nelle campagne tra Arzachena e Palau, hanno iniziato a lavorare la pm Noemi Mancini  e il procuratore capo Gregorio Capasso, con un collegio di esperti: il medico legale Salvatore Lorenzoni, l’entomologa forense Valentina Bugelli, il tossicologo forense Silvio Chericoni. Assieme a loro partecipano al sopralluogo i consulenti delle parti.

Si dovrà stabilire se il corpo di Cinzia Pinna sia stato spostato. E l’attenzione si concentra anche su alcuni arredi all’interno del casolare. 

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