Sarà la LAV (Lega Anti Vivisezione) «a collaborare con noi nell’attività di sterilizzazione dei cinghiali di Spargi. Farà anche attività di volontariato e di formazione, non solo a Spargi ma anche a Caprera, per evitare che i fruitori di quelle isole offrono ai cinghiali del cibo e che interagiscano in modo negativo con questi animali». A dichiararlo è il direttore del Parco Nazionale di La Maddalena, Giulio Plastina.

«Ci stiamo muovendo con la professoressa Giovanna Massei, che lavora in Inghilterra, e con ISPRA, per predisporre, in via sperimentale, la somministrazione di un farmaco che sterilizzi gli ibridi di cinghiale dell’isola di Spargi». Ciò di cui aveva parlato a novembre scorso, a livello di ipotesi, la commissaria del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, Rosanna Giudice, ha trovato dunque conferma nelle parole del direttore dello stesso Parco, Giulio Plastina. I contatti sono stati dunque avviati - sia con la Massei, docente all’University of York, dove svolge ricerca su metodi non letali finalizzati a mitigare i conflitti tra uomo e fauna selvatica nonché sul controllo della fertilità della fauna selvatica - sia con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), punto di riferimento istituzionale e scientifico del Parco nazionale. Il farmaco in questione è americano, lì lo stanno già utilizzando sia sui cinghiali che per altri animali e ha un effetto per un periodo fino a 5 anni; e viene somministrato indifferentemente sia alla popolazione maschile che femminile. «Credo che si tratti della prima sperimentazione di questo tipo, nelle piccole isole italiane e a livello europeo», prosegue il direttore Plastina. «La scelta di Spargi è legata al fatto che è una piccola isola, con una popolazione di ibridi di cinghiale confinata, e questo ci consentirà di gestire meglio la sperimentazione; una volta infatti che il farmaco verrà somministrato sarà necessario monitorare i suoi effetti».

 

© Riproduzione riservata