Erano in centocinquanta, tra golfarancini, turisti, esponenti politici ed esperti di ambiente e territorio, per protestare contro il progetto di valorizzazione e di riqualificazione ai fini ricettivi della Stazione semaforica e della Batteria Luigi Serra, a Capo Figari, luoghi concessi, per trent'anni, dalla Regione alla società cagliaritana, New Fari srl. Organizzata dal comitato spontaneo di cittadini Maremosso, appuntamento alla spiaggia dei Baracconi, la manifestazione ambientalista che si è conclusa con un'escursione serale verso la Batteria Serra, è stata l'occasione per ascoltare le ragioni alla base della salvaguardia del sito di Capo Figari, Zona di protezione speciale che fa parte della Rete Natura 2000, incompatibili con la trasformazione delle strutture,  presenti nel promontorio, in hotel di lusso, descritto nel sito internet della New Fari.

Tutti d'accordo che Capo Figari è di tutti e non si tocca, alla mobilitazione pacifica hanno partecipato il sindaco di Golfo Aranci, Mario Mulas, il capogruppo dell'opposizione in Consiglio comunale, Giorgio Muntoni, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, e la deputata alla Camera per Alleanza verdi - Sinistra, Francesca Ghirra. «Capo Figari è privato ed è giusto che diventi di proprietà del Comune, anche questo nei nostri progetti, che in questo modo potrebbe avere la gestione delle attività del sito», ha detto Mulas, spiegando l'iter che si è concluso con l'assegnazione del sito a una società privata.

«Qualche anno fa, misi una firma tra Regione, Comune e ministero dei Beni Culturali per un bando che prevedeva la valorizzazione del territorio e l’ho fatto nell'interesse di Capo Figari ma solo quando ho incontrato, la scorsa settimana, la Regione e l'amministratore delegato della New Fari, Alessio Raggio, ho capito che quel progetto era lo stesso che oggi si è aggiudicato il bando», specifica Mulas. Annunciando un Consiglio comunale aperto, il primo cittadino ha concluso: «Se lo avessi saputo prima, lo avrei immediatamente sottoposto all'attenzione del Consiglio ma niente è perso e il confronto è appena iniziato». Secondo il capogruppo di Cambia con noi, Muntoni, «il Comune avrebbe dovuto osare di più, acquisire gli immobili e spendere i soldi per cominciare a sistemare». Sottolineando che Capo Figari è un tesoro dal valore inestimabile sotto l'aspetto ambientale, culturale e scientifico, l’esponente pentastellato Li Gioi, ha detto: «Capo Figari è dei golfarancini e devono essere loro, dopo essere stati informati sui contenuti del progetto, a deciderne il destino».

Informando che interrogherà i ministri competenti, l'onorevole Francesca Ghirra, si domanda se l'intervento di valorizzazione potrà conciliarsi con i caratteri naturali e i vincoli dell'area senza creare problemi allo stato dei luoghi e agli habitat naturali che preservano e se sarà rispettoso della storia della struttura. Tante le domande dei cittadini, intervenuti per rimarcare la loro ferma opposizione al progetto, che hanno trovato risposte negli interventi del presidente dell'associazione Italia Nostra Sardegna, Mauro Gargiulo, del coordinatore regionale Lipu, Francesco Guillot, della presidente di Punta Giglio Libera, Elena Pintau, con la testimonianza della lotta della sua associazione contro il progetto ricettivo dell'area di Alghero, e dell'esperto di sviluppo compatibile del turismo, Egidio Trainito, secondo il quale Capo Figari «deve rimanere così com'è e si deve puntare su un tipo di interventi di consolidamento per rendere visitabile la struttura». A coordinare gli interventi, la rappresentante di Maremosso, Paola Masala, che ha concluso: «Il Consiglio comunale aperto è necessario e, oggi, la presenza del nostro sindaco è per noi una piccola vittoria».

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