Dalla strage di Chilivani all’alluvione, dal sequestro di Farouk Kassam a Berlusconi che davanti a Putin mima il gesto della pistola di fronte a una giornalista russa: una selezione di scatti galluresi entrati nella storia recente della Sardegna sono stati illustrati e commentati in un incontro organizzato dall’Archivio Mario Cervo al Mus Mat. Protagonisti dell’evento, moderato da Tommy Rossi, in una sala gremita, i fotoreporter olbiesi storici dei quotidiani sardi, Antonio Satta de L’Unione Sarda e Gavino Sanna de La Nuova Sardegna.

Sono stati svelati così molti retroscena degli scatti comparsi sulle prime pagine negli ultimi trent’anni. Con un doveroso omaggio a Nello Di Salvo, il fotografo oggi scomparso, noto al grande pubblico per i primi scatti della Costa Smeralda. «Quando ho iniziato a fare le prime fotografie avevo quindici anni», ha raccontato Satta: «A zio Nello devo molto. Lui aveva l’approccio del fotoreporter in un momento nel quale ad Olbia tutti gli altri facevano foto tessera». 

Il sommergibile nucleare nell'arcipelago de La Maddalena (foto Antonio Satta)
Il sommergibile nucleare nell'arcipelago de La Maddalena (foto Antonio Satta)
Il sommergibile nucleare nell'arcipelago de La Maddalena (foto Antonio Satta)

Un bel colpo fotografico certe volte è questione di un attimo. Come quando, in mezzo alle regate, davanti all’arcipelago di La Maddalena sbucò un sommergibile. «Gli americani avevano sempre negato la presenza di sommergibili di quel tipo nella base di Santo Stefano», racconta ancora il collaboratore de L’Unione: «All’improvviso l’ho visto emergere in lontananza, ho chiesto alla persona che mi accompagnava col gommone di accelerare il più possibile, ovviamente era molto più veloce di noi ma grazie al teleobiettivo sono riuscito a scattare». 

La foto simbolo dell'alluvione 2013 ad Olbia (foto Satta)
La foto simbolo dell'alluvione 2013 ad Olbia (foto Satta)
La foto simbolo dell'alluvione 2013 ad Olbia (foto Satta)

Tra le altre la foto simbolo del video 18/11 sul ciclone Cleopatra realizzato da un collettivo di giornalisti per beneficenza. E con questa le testimonianze dei quartieri inondati di fango, i volontari, la disperazione e la solidarietà di quei giorni. «Olbia si è rivelata ancora una volta una città di straordinaria generosità».

Il cantante Bon Jovi con il suo aereo personale - un Bac 111 della British Aerospace - nella pista dell'aeroporto "Costa Smeralda" di Olbia (foto Antonio Satta)
Il cantante Bon Jovi con il suo aereo personale - un Bac 111 della British Aerospace - nella pista dell'aeroporto "Costa Smeralda" di Olbia (foto Antonio Satta)
Il cantante Bon Jovi con il suo aereo personale - un Bac 111 della British Aerospace - nella pista dell'aeroporto "Costa Smeralda" di Olbia (foto Antonio Satta)

E in Gallura c’è spazio anche per la cronaca mondana. Come quella volta con Jon Bon Jovi. «Ci si sono avvicinati due armadi minacciosi che hanno messo le cose in chiaro, “no picture for press”, e poi inaspettatamente lui si è messo in posa». Il tema era dall’analogico al digitale, all’era in cui tutti sono fotografi. Ma il punto non è il mezzo. Cogliere l’attimo che racconta la cronaca resta il mestiere del fotogiornalista.

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