Corsica, si allarga la macchia di carburante nel Santuario dei Cetacei
Si è allargata a 20 chilometri la chiazza di carburante fuoriuscita dallo scontro tra due navi che si è verificato domenica mattina a circa 14 miglia da Capo Corso.
Un allarme inquinamento scattato subito dopo la collisione avvenuta tra una motonave tunisina e una portacontainer battente bandiera cipriota.
Non ci sono stati feriti né vittime, ma circa 600 metri cubi di carburante si sono sversati in mare, in quello che è definito il santuario dei cetacei.
Per circoscrivere la macchia si sono subito mosse le autorità italiane e quelle francesi, e si è attivata anche la Regione Liguria.
E se il ministro francese per la Transizione Ecologica Francois De Rugy definisce la situazione "sotto controllo", le associazioni sono in allarme.
Per Greenpeace "non è più rinviabile l'adozione di norme precise sulla protezione e la tutela del Santuario internazionale dei cetacei", che è quel triangolo di mare tra Nord Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria.
Denuncia senza mezzi termine un rischio disastro ambientale il Wwf, che chiede di ridurre il traffico nella zona: "Con il traffico annuale stimato a 220mila navi mercantili, la navigazione commerciale è particolarmente intensa nel Mediterraneo occidentale: cosa sarebbe successo se la collisione fosse avvenuta nello Stretto di Bonifacio, un'area estremamente fragile che continua ad essere esposta a un traffico estremamente elevato? Avremmo avuto un disastro ambientale in grado di mettere a rischio uno dei patrimoni naturali del nostro Paese, compresa l'area marina de La Maddalena".
"Dai dati ufficiali sul traffico di navi e gli incidenti nella zona, possiamo in sintesi dedurre che l'area è costantemente soggetta al rischio di inquinamento, a causa del notevole traffico marittimo e della tipologia di navi che vi transitano, il 63% delle quali è classificata ad alto rischio"..
(Unioneonline/L)
LA COLLISIONE - VIDEO