A volte basta allontanarsi di pochi chilometri per scoprire una città completamente diversa. Cagliari, osservata da Sinnai con l’occhio attento e paziente di Alessandro Casula e del suo teleobiettivo, cambia volto: si compatta, si sovrappone, diventa quasi irreale.

È il risultato di due punti di ripresa insoliti, scelti con cura e raccontati attraverso fotografie e video realizzati con focali estreme da 400 e 600 mm, capaci di schiacciare lo spazio e regalare prospettive sorprendenti.

Lo scatto è di Alessandro Casula
Lo scatto è di Alessandro Casula
Lo scatto è di Alessandro Casula

La prima vista nasce ai piedi della pineta di Sinnai, lungo la stradina bianca della legnaia che conduce verso Settimo San Pietro. Da qui lo sguardo attraversa la campagna e incontra un allineamento quasi perfetto: il campanile di Settimo San Pietro si staglia davanti alla Sella del Diavolo, mentre alle sue spalle si apre il mare del Poetto. Un gioco di piani che solo il teleobiettivo può costruire, trasformando chilometri di distanza in un’unica scena compatta, dove elementi simbolici del territorio sembrano dialogare tra loro.

La seconda prospettiva si apre invece da via Einstein, sempre a Sinnai. Qui la visione diventa ancora più audace: il campanile di Settimo San Pietro torna protagonista, ma questa volta incornicia Cagliari in tutta la sua verticalità.

Il quartiere di Castello emerge con chiarezza, quasi sospeso, mentre sullo sfondo si alzano i monti di Capoterra, con il Monte Arcosu a chiudere l’orizzonte. In alto a sinistra, discreta ma riconoscibile, appare la Cattedrale di Cagliari. Tutto questo a una distanza di circa 11 chilometri dal punto di ripresa: una misura che sorprende, se si pensa alla nitidezza e alla forza narrativa dell’immagine.

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Dal punto di vista tecnico, il lavoro è stato realizzato da Casula con una Canon EOS 5D Mark III, utilizzando due ottiche professionali: il Canon EF 70-200 IS L USM II e il Canon EF 300 L f/2.8, quest’ultimo abbinato a un moltiplicatore di focale 2x.

La scelta del bracketing a 5 scatti ha permesso di gestire al meglio luci e contrasti, fondamentali quando si lavora su distanze così elevate e con soggetti immersi in atmosfere spesso velate dalla foschia.

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