Una maxi confisca viene eseguita in queste ore dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma. Oggetto del provvedimento sono immobili - anche in Sardegna -, auto, moto, opere d'arte, società e conti bancari per un valore di oltre 25 milioni di euro.

Destinatario è il faccendiere romano Ernesto Diotallevi, ex elemento di spicco della Banda della Magliana al cui interno, su incarico di Danilo Abbruciati, detto "er Camaleonte", svolgeva il ruolo di trait d'union con il mondo economico e finanziario di Roma e, inoltre, curava i rapporti con gli esponenti mafiosi tra i quali Pippo Calò, storico tesoriere di Cosa nostra.

Le indagini patrimoniali, svolte dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, hanno permesso di documentare come Diotallevi - assolto nel 1996 nell'ambito del processo alla Banda e anche da diverse accuse di omicidio tra le quali quella per la morte di Roberto Calvi - avesse accumulato consistenti fortune. Non aveva però redditi leciti, e sovente i beni venivano intestati a prestanome.

La confisca di oggi colpisce quote societarie, capitali sociali e patrimoni aziendali di otto società che operano nel settore della compravendita di immobili, della costruzione di imbarcazioni, del commercio di energia elettrica, ma anche dei trasporti marittimi e delle holding.

Inoltre ci sono auto, opere d'arte, polizze vita, e 43 immobili situati a Olbia, Gradara (Pesaro Urbino), e Roma.

Tra quelli di pregio sono compresi un complesso turistico composto da villette a schiera, di fronte al mare, a Olbia, e un appartamento con vista sulla Fontana di Trevi composto da 14 vani che da solo vale sul mercato circa 4 milioni di euro.

(Unioneonline/s.s.)

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