Nuovo colpo di scena nella vicenda giudiziaria di un gruppo di imprenditori pachistani, ormai olbiesi di adozione, accusati di far parte di un organizzazione terroristica di matrice jihadista.

Il Tribunale del Riesame di Sassari ha ordinato la scarcerazione del presunto capo (secondo la Dda di Cagliari) della cellula sarda di Al Qaeda, Sultan Wali Khan, e di suo cugino, Imitias Khan.

I due, insieme ad altre persone, erano stati arrestati dal personale della Digos, su ordine della Corte d'Assise di Sassari, per il pericolo - questa la motivazione del provvedimento dei giudici - di una fuga all'estero.

Sultan Wali Khan e Imitias Khan, il 13 aprile scorso, sono stati assolti dall'accusa di avere organizzato sanguinosi attentati in Pachistan e condannati a dieci e otto anni di reclusione per favoreggiamento dell'emigrazione clandestina.

A metà maggio gli stessi giudici che hanno deciso per l'assoluzione, avevano disposto che i due rientrassero in carcere, dopo la richiesta, presentata da Sultan Khan, di ottenere un passaporto.

Oggi, però, come detto, il Tribunale del Riesame di Sassari ha disposto l'immediata scarcerazione dei due pachistani, accogliendo la richiesta dei difensori, Vittorio Platì e Luca Tamponi.

E proprio nel giorno dell'uscita dal carcere si apprende di un misterioso episodio, avvenuto a Olbia: un familiare dei pachistani, rientrato dal Tribunale di Sassari dove si era recato proprio per l'udienza del Riesame, ha trovato la sua casa a soqquadro.

Sull'accaduto indagano i carabinieri.
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