Ora sono uomini liberi, almeno per quanto riguarda la carcerazione preventiva.

La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso del pm della Dda di Cagliari, ha stabilito che cinque presunti affiliati ad Al Qaeda, Hafiz Muhammad Zulkifal, imam della moschea di Zingonia (Bergamo), Sultan Wali Khan, imprenditore del settore tessile e presunto capo della cellula terroristica individuata ad Olbia, Imitias Khanm, Syar Khan, tutti pachistani, e l'afgano Ridi Yahia Khan, non devono tornare in cella.

Si tratta di cinque persone attualmente sotto processo a Sassari, per i fatti attribuiti alla presunta cellula jihadista che, nell'aprile del 2015, venne sgominata a Olbia.

La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale del Riesame di Sassari, che aveva rimesso in libertà i cinque per la scadenza dei termini della custodia cautelare.

E oggi, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Sassari, ha fatto le sue richieste il difensore dell'imam di Zingonia, Hafiz Muhammad Zulkifal. L'avvocato Fulvio Vitali, che difende l'imam insieme al collega Omar Hegazi, ha chiesto l'assoluzione del suo assistito.

Tra le argomentazioni del penalista, quella che riguarda l'utilizzo della parola "qaeda" nelle conversazioni di Zulkifal intercettate dagli investigatori della Digos di Sassari. Stando alla ricostruzione del penalista, l'imam faceva sempre riferimento a un manuale didattico "base" per l'alfabetizzazione dei bambini e non l'organizzazione terroristica. Vitali ha sostenuto l'assoluta estraneità di Zulkifal al gruppo olbiese guidato da Sultan Wali Khan.

Hanno già parlato in aula gli avvocati Franco Villa e Michele Santino, che difendono i pachistani accusati di avere favorito l'ingresso clandestino di numerosi connazionali in Italia, anche loro hanno chiesto l'assoluzione dei loro assistiti.

Lunedì l'udienza davanti alla Corte d'Assise di Sassari è dedicata alla posizione di Sultan Wali Khan, il sei aprile è prevista la sentenza.
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