Caso Vacchi, tutto da rifare. Il giudice: «Accuse ai due imputati troppo generiche, vanno chiarite»
Indagati gli ex amministratori del patrimonio dell’imprenditore, Pietro Oliva e Stefania Schirru, per una somma “scomparsa” vicina al milione di euroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Capo di imputazione da rifare nel procedimento per il presunto maxi ammanco nei conti dell’imprenditore e influencer bolognese, Gianluca Vacchi.
Questo pomeriggio il gup di Tempio, Marco Contu, si è occupato delle contestazioni a carico degli ex amministratori del patrimonio di Vacchi, Pietro Oliva, di Olbia, e Stefania Schirru, di Simaxis, accusati di appropriazione indebita per una somma vicina al milione di euro che mancherebbe dai conti dell’imprenditore. I due per lungo tempo hanno curato tutte le spese di Vacchi, anche quelle minime.
L’imprenditore, parte civile nel processo, è assistito dall’avvocato Gino Bottiglioni. Le difese dei due ex amministratori sardi (gli avvocati Domenico Putzolu e Maria Caterina Pisano) hanno presentato una eccezione, segnalando al giudice che il capo di imputazione, nella parte più importante, è generico e impreciso.
Il capo “a” attribuisce a Oliva e Schirru, la responsabilità di essersi impossessati di 911mila euro in un periodo compreso tra il 2015 e il 2020, senza indicare però nel dettaglio le condotte. Il giudice Marco Contu ha accolto la richiesta e ha ordinato al pm di precisare meglio le accuse a carico dei due imputati. Il processo è stato rinviato al prossimo 19 ottobre.