E già tempo di “chiuso per ferie” per i tanti locali del centro storico di Olbia. Alcuni lo hanno già fatto, altri hanno fatto passare il lungo ponte; la maggior parte chiuderà tra gennaio e febbraio.

“Sono periodi morti” dicono quasi in coro “in centro ci abita poca gente, non c’è turismo; e poi i dipendenti hanno bisogno di  riposare”. 

La “pausa”, dopo una stagione decisamente intensa, durerà dalle tre settimane in su ma c’è anche chi immagina serrate più lunghe. Per tutti dovrebbe scattare l’obbligo di sgomberare il suolo pubblico da sedie, ombrelloni e tavolini, secondo un’ordinanza annunciata dal sindaco Settimo Nizzi.

Annunciata (ma non ancora emessa), la norma anti-stagionali e a favore del decoro urbano fa già discutere. “Abbiamo letto sulla stampa ma non ci è arrivata nessuna comunicazione  – commenta Luca Chirigu, titolare di un bar al Corso – alla fine saremo costretti a fare come ci dicono ma non riesco a capire come si potranno spostare gli ingombranti ombrelloni. Comunque il Corso è ormai un grande spazio ‘food’, è normale che si spopoli fuori stagione”.

Salvatore Cadau, gestore di un bar in Piazza Regina Margherita: “Concordo con l’idea di garantire  il servizio, noi ci mettiamo d’accordo con il bar a fianco, non programmiamo le ferie nello stesso periodo – spiega - però per giustificare il fatto di dover spostare tutto ci dovrebbero precisare cosa si intende per chiusura prolungata”.

Blondi’s in via Porto Romano ha il portone sigillato; in vetrina il cartello “vendesi”, sedie e tavolini accatastati nel dehors. “Il mio locale è in vendita – spiega il titolare raggiunto al telefono – se non vendo riaprirò ad inizio stagione”. Ha pagato 4000 euro per la sua “fetta” di strada e non sa del monito lanciato dal sindaco “a chi fa cassa per poi scappare”: il suo locale rischia di perdere parte della concessione. “Partiamo dal fatto che dovremmo essere liberi di gestire come meglio crediamo una concessione che paghiamo - attacca – vorrà dire che ci faranno lo sconto. Alle tasse e alle bollette salate, si aggiunge il fatto di non poter lavorare nei giorni freddi e di pioggia perché ci viene impedito di montare gazebo; i famosi ombrelloni tutti uguali li ho cambiati almeno quattro volte. Parliamoci chiaro, non è sostenibile tenere aperto tutto l’anno in una città che lavora soprattutto col turismo”. 

Da Edoardo Oggianu, presidente di Confcommercio Olbia e giovane imprenditore, l’appoggio al sindaco. “Se entrassero in vigore non le riterrei norme eccessive perché sono anche un imprenditore che tiene aperto tutto l’anno per dare un servizio a chi arriva – afferma –. Parliamo di una città di quasi 80.000 abitanti, non la vedo come una meta stagionale, magari in alcuni mesi non c’è la predisposizione a spendere del consumatore, ma chi viene in centro deve trovare aperto. L’amministrazione, in questi anni, sta facendo uno sforzo notevole per destagionalizzare e andare incontro agli esercenti”. “Certo si potrebbe pensare a qualche incentivo – lancia l’idea –  ad esempio, come succede a San Teodoro, applicare tariffe agevolate sul suolo pubblico per chi apre almeno otto mesi”.  

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