L'Europa non è una festa a inviti: se non ti fai avanti, nessuno verrà a inseguirti con l'elenco delle occasioni che stai sprecando.

Ma in Sardegna (e in tutto il Mezzogiorno d'Italia, a dire il vero) quel concetto non è ben compreso.

E così si perdono opportunità rilevanti per lo sviluppo, legate ai cosiddetti finanziamenti a gestione diretta. Dall'Ue, attraverso questo canale, nel 2016 è arrivato in Italia circa un miliardo di euro: ma l'Isola si è aggiudicata solo qualche briciola.

Di fatto perché non ha presentato progetti.

IL RAPPORTO - Lo rivelano le analisi della Camera di Commercio italo-belga di Bruxelles, che svolge una paziente opera di assistenza per le imprese, e non solo, nei loro rapporti con l'Unione europea.

Matteo Lazzarini, segretario generale dell'ente camerale, racconta un aneddoto illuminante: "C'erano dei fondi sulla comunicazione del turismo, noi volevamo provare a lavorare con la Sardegna e siamo andati a vedere i siti web delle aziende agrituristiche. La maggior parte era fatta male, di vecchia impostazione, con foto non accattivanti. Allora abbiamo chiamato molti di quegli imprenditori per dire che potevamo aiutarli a realizzare alcune azioni del bando, a costo zero per loro".

Praticamente un regalo insperato, per fare un salto di qualità nella capacità di raccontarsi al mondo e quindi, in definitiva, per migliorare il proprio giro di affari.

E invece: "Inizialmente abbiamo ricevuto una quarantina di manifestazioni d'interesse", prosegue Lazzarini, "però poi nessuno di loro ha presentato un progetto. Bastava scrivere 4-5 cose, spiegare perché si volesse migliorare la propria comunicazione, niente di difficile".

Comunque troppo, a quanto pare, per prendersi la briga.

Ogni singolo caso può avere la sua spiegazione: va detto per esempio che gli agriturismi spesso sono a conduzione familiare, e magari inadatti anche a ciò che può apparire un piccolo sforzo di progettazione.

Ma il punto è che la carenza, su questo fronte, sembra accomunare in Sardegna i vari enti pubblici e le diverse categorie di imprenditori privati.

Per esempio nel 2016, sottolinea ancora il report della Camera di Commercio italo-belga, su centinaia di Comuni italiani che si sono aggiudicati progetti di questo genere ce n'è solo uno sardo: Nuoro, che con un finanziamento di 25mila euro si è dotato di un centro Europe Direct, inserito nella rete creata dalla Commissione europea per fare da intermediario tra i cittadini e l'Ue, anzitutto fornendo informazioni sulle opportunità offerte dalle istituzioni comunitarie.

I NUMERI - Nel complesso, l'anno scorso gli enti pubblici e i soggetti privati in Sardegna hanno vinto solo 56 progetti sui 2.286 che hanno trovato una destinazione italiana.

È bene precisare che qui non si sta parlando dei fondi strutturali per le aree in ritardo di sviluppo (Fesr, Fse e altri), spesso citati nei ragionamenti sui contributi europei, e proporzionali appunto al gap economico sofferto da ciascuna regione.

I fondi gestiti direttamente, invece, non sono indirizzati alle varie regioni in misura predeterminata, e anzi non passano proprio attraverso di esse.

Vince chi presenta idee efficaci e magari riesce a creare buone collaborazioni, dato che vengono privilegiati gli accordi tra più partner.

Tra i programmi su cui si articolano i finanziamenti a gestione diretta, il più noto è certamente Horizon 2020, su ricerca e innovazione; tra gli altri, vale la pena di citare Life (ambiente e clima), Erasmus+ (istruzione e gioventù), Creative Europe (settore audiovisivo).

Un certo attivismo, in Sardegna, lo hanno mostrato le due Università, protagoniste in 21 interventi.

Quella di Cagliari è anche capofila di un progetto da quasi 3 milioni di euro per purificare dal fluoro le acque per uso civile e agricolo in Kenya, Etiopia e Tanzania.

STRATEGIE - "I fondi diretti - prosegue Lazzarini - per loro natura tendono ad aprire all'internazionalizzazione, e richiedono capacità di creare collaborazioni virtuose. La Provincia di Trento per esempio ha istituito un sistema molto efficace, che riunisce Università, Camera di Commercio e la stessa Provincia per fare progetti".

Tra l'altro "sono soldi che arrivano in fretta: la Commissione europea è il pagatore più veloce del mondo".

Per ottenere quel genere di contributi bisognerebbe però affidarsi ai cosiddetti europrogettisti, e questo ha un costo.

"Ma se paghi 3mila euro a un professionista per farti dieci progetti - osserva il segretario camerale - ti basta vincerne uno e hai già coperto ampiamente la spesa".

Giuseppe Meloni
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