Un impatto complessivo stimato di 6 miliardi nei nove anni previsti per la realizzazione, il cui costo è di circa 1,7 miliardi con più di 36mila lavoratori impiegati.

Queste le ricadute economiche e occupazionali dell’Einstein Telescope, illustrate ieri dalla ministra del Lavoro e della Politiche Sociali Marina Elvira Calderone a Roma, durante la presentazione ufficiale della candidatura italiana per ospitare nella miniera dismessa di Sos Enattos, a Lula, il più potente strumento mai costruito per catturare le onde gravitazionali.

ET potrebbe diventare quello che è il Cern per la fisica delle particelle, con almeno 1.400 persone attive al suo interno, provenienti da 23 Paesi e 221 istituti di ricerca. Uno studio dell’Università di Sassari inoltre stima che ogni euro speso per ET ne genererà 3,2 e un incremento del Pil di 1,6 euro.

LE RICADUTE SCIENTIFICHE

Fin qui le ricadute economiche. Poi ci sono quelle scientifiche, illustrate dal Nobel Giorgio Parisi, testimonial della candidatura sarda: «ET – ha spiegato – permette di andare molto indietro nel tempo e, potendo esplorare l’epoca vicina al Big Bang, è possibile che ci siano tante sorprese difficili da prevedere». Sarà un viaggio alla scoperta dei segreti dell'universo, ha osservato il presidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare, Antonio Zoccoli, e si tratta di un'impresa senza precedenti anche per il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, Marco Tavani. 

GIORGIA MELONI

Nel corso della presentazione ufficiale della candidatura è intervenuta anche Giorgia Meloni: «Volevo offrire con la mia presenza l'attenzione, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell'Italia a ospitare l'Einstein Telescope, volevo che questa volontà fosse chiara», ha detto la premier. «Ospitare in Italia questo strumento senza precedenti è per la scienza, un enorme balzo in avanti nella nostra capacità di comprendere il cosmo; per la politica è un modo per far tornare la ricerca italiana ed europea centrali. Ce la metteremo assolutamente tutta: è un segnale all'Italia e al ruolo che l'Italia può giocare nel mondo».

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LA SFIDA CON LIMBURGO

La decisione sul sito verrà presa nel 2025 e l’Italia deve affrontare una «concorrenza agguerrita», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Quella di Limburgo, sito dei Paesi Bassi al confine con Belgio e Germania. Il sito sardo ha dalla sua il silenzio, caratteristica fondamentale perché la ricerca sulle onde gravitazionali prevede strumenti che non possono essere disturbati. 

La Sardegna è tra le 30 zone meno sismiche al mondo, a Limburgo la sismicità è quella tipica dell’Europa centrale, molto più elevata. Inoltre, il sito olandese è molto più antropizzato, con ferrovie e autostrade vicine.

(Unioneonline/L)

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