Il Tyrrhenian Link, la maxi-opera che collegherà la Sardegna con la penisola sul fronte energetico, avanza, ma c’è ancora troppo silenzio e troppe incertezze su quelli che potrebbero diventare i benefici per l’Isola. È quanto denunciano Filctem Cgil e Uiltec Uil, che parlano di una mancanza di rispetto nei confronti delle migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore energetico, e in generale nei confronti della collettività.

«Non si sa nemmeno», spiegano i sindacati, «se siano previste contropartite e quali possano essere dal momento che Solinas non ne discute apertamente: a questo punto vien da chiedersi se a Roma il presidente discuta davvero degli interessi dei sardi, ad esempio dell’abbattimento delle bollette energetiche, oppure sia soltanto impegnato nel costruire il suo futuro politico in vista delle imminenti elezioni regionali». Il T-Link, infatti, secondo i segretari Francesco Garau (Filctem) e Pier Luigi Loi (Uiltec) rappresenterebbe oggi un’infrastruttura rilevante per il Paese ma poco rispondente alle esigenze dell’Isola. Per le sigle il surplus di energia dovrebbe tradursi in nuove opportunità di lavoro in Sardegna, ad esempio con lo sviluppo di filiere legate alla produzione e al riciclo di batterie elettrochimiche di nuova generazione. Poi spingono per gli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde.

«L’entrata in esercizio del T-Link», dicono i sindacati, «porterà un cambiamento profondo nel sistema energetico sardo, ma non c’è alcuna programmazione rispetto a quanto accadrà, ai riflessi della chiusura delle centrali termoelettriche, alle ricadute occupazionali e all’urgenza di avviare un piano di per salvaguardare le professionalità esistenti e formarne di nuove». Il rischio è che la Sardegna diventi semplicemente il terreno ideale per benefici di cui “altri” godranno: «Quel che al momento si prospetta», sostengono Filctem e Uiltec, «è l’installazione di enormi quantità di gigawatt da fonti rinnovabili in Sardegna a vantaggio del resto del Paese, soprattutto delle sue aree più avanzate dove, ad esempio, le reti ferroviarie sono già elettrificate mentre qui nell’Isola su questo ed altri fronti, idrogeno compreso, siamo all’anno zero».

(Unioneonline/L.Ne.)

© Riproduzione riservata