Le api usavano ben prima dell'uomo la propoli come antibiotico naturale. Le formiche adottano alcuni interventi che ricordano la chirurgia. I gorilla si applicano sostanze medicinali. Insomma, prima dell’uomo, la medicina era già stata inventata dagli animali. A dimostrarlo è una recente review pubblicata sulla prestigiosa rivista Biological Reviews (Pusceddu et al., 2025), che analizza decenni di studi sul comportamento animale, mettendo in luce strategie complesse ed efficaci adottate da numerose specie per contrastare malattie e parassiti. Il lavoro è frutto della collaborazione tra Michelina Pusceddu del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari e del National Biodiversity Future Center (NBFC), e Michael A. Huffman dell’Istituto di Medicina Tropicale di Nagasaki, in Giappone.

Molte specie animali mettono in atto pratiche di “automedicazione” o comportamenti che, per funzione e struttura, ricordano quelli adottati nella medicina umana. Questi comportamenti non richiedono necessariamente elevati livelli cognitivi, ma risultano profondamente influenzati dal contesto ecologico e sociale.

Il lavoro si inserisce nel solco di una lunga tradizione di ricerca in entomologia ed etologia condotta presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, e in particolare all’interno della Sezione di Patologia Vegetale ed Entomologia (SPAVE). Da anni, SPAVE svolge un’intensa attività scientifica e di trasferimento tecnologico sul territorio sardo, contribuendo allo studio degli insetti utili e dannosi in ambito agricolo, allo sviluppo di strategie di difesa integrata e alla promozione della sostenibilità nei sistemi produttivi. Tra le ricerche più significative in ambito apidologico si ricordano quelle sulle difese comportamentali dell’ape da miele nei confronti di parassiti, patogeni e predatori, in particolare quelle sulla raccolta e utilizzo della propoli, e le risposte collettive messe in atto contro le vespe.

© Riproduzione riservata