Per la sua coesa struttura, le sue capacità militari ed il forte radicamento nel territorio, la 'ndrangheta «si conferma oggi l'assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d'influenza con mire che interessano quasi tutte le regioni».

È quanto si legge nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento, in cui la Dia tra le Regioni in cui la consorteria criminale ha le sue ramificazioni cita anche la Sardegna, oltre a Lazio, Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo.

D’altronde è di nemmeno due anni fa l’operazione “Platinum” che portò a dieci arresti nell’Isola e certificò che c’era anche Alghero tra gli snodi della rete internazionale di traffico di droga e riciclaggio di denaro messa in piedi dalla cosca di San Luca, una delle più temibili ‘ndrine calabresi.

Le proiezioni della 'ndrangheta, scrive ancora la Dia, si spingono anche oltre confine e coinvolgono molti Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania, Bulgaria e Malta), il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia, Perù e Argentina).

«L'attività di prevenzione antimafia condotta dai prefetti, nella regione di origine e in quelle di proiezione - segnala la relazione - ha disvelato l'abilità delle 'ndrine d'infiltrare le compagini amministrative ed elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari, prodromici anche ad accrescere il proprio consenso sociale».

I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani. Negli ultimi anni anche l'Africa occidentale, in particolare la Costa d'Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana, è diventata per le cosche uno snodo logistico sempre più importante per i traffici internazionali di droga.

(Unioneonline/L)

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