«Sei giorni fa ho scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per contestare una decisione assunta senza confronto, senza preavviso e senza rispetto istituzionale. Sei giorni dopo, nessuna risposta».

Così la governatrice Alessandra Todde in un post su Facebook incentrato sulla posizione di contrarietà della Regione all’annunciato trasferimento di un centinaio di detenuti in regime di carcere duro nei penitenziari della Sardegna. 

«Il trasferimento in Sardegna di un numero elevatissimo di detenuti in regime di 41-bis è un atto grave: rompe la leale collaborazione tra Stato e Regione e ignora le conseguenze sulla sicurezza, sulla sanità e sulla tenuta sociale del territorio», spiega Todde. 

«Il 18 giugno – prosegue il post della governatrice – avevo già scritto al Ministro della Giustizia per esprimere preoccupazioni precise. Il 10 settembre, in un incontro personale, il Ministro Nordio mi aveva assicurato che nessuna decisione sarebbe stata presa senza confronto. Oggi scopriamo che quegli impegni sono stati disattesi, il trasferimento è stato disposto dal DAP con una semplice nota amministrativa, senza coinvolgere la Regione».

«La Sardegna – continua Todde - è considerata dagli organi giudiziari a forte rischio di sviluppo mafioso. E ogni detenuto al 41-bis comporta un costo enorme per un sistema sanitario già in sofferenza, interamente a carico dei cittadini sardi. L’insularità, che la Costituzione riconosce come svantaggio da compensare, viene invece usata come vantaggio logistico per lo Stato. Un paradosso inaccettabile».

«Ho chiesto una cosa sola: fermare le decisioni unilaterali e aprire subito un confronto vero, leale e responsabile. La Sardegna non fugge dalle proprie responsabilità. Ma non accetta di subirle», conclude la presidente della Regione.

(Unioneonline)

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