I detenuti al 41 bis da trasferire in Sardegna? Quanti? E dove? A Uta? A Nuoro? Mistero: l’amministrazione penitenziaria regionale non sa cosa intenda fare quella nazionale. «Non siamo stati consultati né interpellati né informati», alza le mani il provveditore per la Sardegna, Domenico Arena.

Siciliano di nascita, poco meno di un anno fa è stato trasferito da Roma a Cagliari con l’incarico di sovrintendere al sistema carcerario isolano: un ritorno nell’isola, per Arena, che ha vissuto a Sassari gli anni dell’università. «Siamo preoccupati», confessa: non solo per i rischi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata ma anche per l’impatto che la novità potrebbe avere su un sistema carcerario in affanno e che sta provando, a fatica, ad “aprirsi” al territorio.

Davvero non sa cosa succederà?

«Non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale. La competenza è esclusivamente del Ministero: il Dipartimento regionale è chiamato ad attuare decisioni già assunte o ancora da assumere. So solo che la questione è stata affrontata giovedì scorso in una conferenza Stato-Regione».

Curioso che il livello attuativo non abbia informazioni.

«Molto curioso, sì. Rilevo, però, che non è obbligatorio informarci».

Non sa nemmeno se questi detenuti al 41bis verrebbero destinati a Nuoro oppure a Uta?

«Ripeto, non ho ricevuto comunicazioni. Personalmente credo che l’ipotesi più fondata sia Uta, dato che in quel carcere è in corso da dieci anni un progetto per la realizzazione di un reparto di massima sicurezza. Un progetto che – non è un mistero – è a buon punto».

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