Quasi 60 (per la precisione 57) medici e operatori sanitari No Vax sospesi dal servizio in diverse strutture della Sardegna.

L’Ats ha infatti pronte le prime lettere per comunicare il provvedimento al personale degli ospedali che non si è ancora sottoposto al vaccino.

Una misura che potrebbe estendersi ulteriormente, visto che sono circa 700 i dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche e private che ancora non hanno ricevuto la somministrazione anti-Covid.

Da quanto si apprende è al momento al vaglio la posizione di chi ha prodotto una certificazione sanitaria per giustificare la mancata inoculazione. Poi scatteranno nuovi provvedimenti.

La notizia arriva all’indomani del caso di una operatrice sanitaria del Brotzu presentatasi comunque al lavoro nonostante fosse stata sospesa per non aver fatto il vaccino, con tanto di intervento dei carabinieri quando la stessa ha rifiutato di tornare a casa, come da richiesta del suo superiore. 

"I primi a essere sospesi – spiega il commissario straordinario di Ares Ats Sardegna, Massimo Temussi - saranno i dipendenti 'no vax' che lavorano nelle strutture sanitarie del nord Sardegna: sono già pronte le prime lettere di sospensione dal servizio, di cui 17 destinate ai camici bianchi dipendenti di Ats Sardegna".

Nel dettaglio, le altre lettere sono destinate a 8 medici convenzionati e 32 lavoratori dell'Aou di Sassari.

"Per il personale che non si farà vaccinare, con la sola esclusione di quelli a cui non è possibile effettuarlo per specifici motivi sanitari, scatterà la sospensione immediata dello stipendio - conferma il commissario dell'azienda ospedaliero universitaria Antonio Lorenzo Spano - e i trasgressori saranno sottoposti a possibili sanzioni ancora più pesanti se dovessimo accertare che questa loro decisione possa determinare dei cluster all'interno dei nostri ospedali".

"Stiamo già varando un piano di riorganizzazione del personale nei reparti altamente critici - annuncia ancora Temussi - Nel frattempo rivolgiamo un ultimo appello al senso deontologico di medici e infermieri perché si sottopongano al vaccino quanto prima, a tutela della loro salute e di tutti i pazienti. Ad oggi, oltre il 90% di coloro che sono ricoverati nei nostri ospedali non ha ricevuto il vaccino, molti di loro sono in gravi condizioni in terapia intensiva. Ci auguriamo che i sanitari riflettano su questi dati: l'auspicio è che il personale si vaccini per garantire un sistema sanitario senza rischi per i pazienti".

(Unioneonline/l.f.)

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