«La continuità ha delle criticità ma è l’unico strumento che può garantirci il diritto alla mobilità verso la terraferma».

Parola dell’assessore dei Trasporti Antonio Moro, intervenuto stamani a Cagliari al convegno “Liberi di volare – La continuità territoriale che vogliamo”, organizzato da Confcommercio e Federalberghi.

Il sistema «va modificato», ha evidenziato l’esponente della Giunta Solinas, e per far questo «ci serve l’aiuto in Europa del governo e dell’Enac». All’Isola serve «un modello sardo del trasporto aereo che si può realizzare mettendo insieme tutti gli strumenti che le normative vigenti in Europa ci garantiscono».

A fronte di un traffico dei residenti che aumenta, ha sottolineato Moro, «le imposizioni della Commissione Ue non ci consentono di aumentare il numero dei voli e ciò ha creato un imbuto nei periodi di punta. Si sta verificando quel che abbiamo sempre detto, che la compressione del volume di traffico residenti avrebbe comportato problemi al diritto alla mobilità dei sardi». La Ue, in sostanza, «ha sottostimato i volumi di traffico dei residenti». La Sardegna «ha bisogno di più voli».

L’assessore ha parlato anche del problema dei prezzi per i non residenti, «la tariffa non può essere lasciata in balia delle politiche di prezzo e profitto delle compagnie, il biglietto troppo costoso non pesa solo sulla tasca dei turisti ma sul nostro sistema economico perché mette fuori mercato il nostro sistema turistico».

In sostanza, «non si può passare dalla tariffa unica al libero mercato, noi vogliamo una tariffa unica per garantire anche a chi sta fuori dalla Sardegna la connessione con la nostra Isola».

Moro ha infine annunciato che per la stagione invernale la Regione sperimenterà «gli aiuti diretti ai passeggeri per abbattere i costi dei biglietti. Stanzieremo 5 milioni consentendo ai residenti sardi under 25 e over 65 e agli atleti agonisti di poter contare sullo sconto».

Infine, un passaggio sugli aeroporti: «Vogliamo esercitare le politiche pubbliche negli scali sardi, e per farlo dobbiamo partecipare alla gestione degli aeroporti. La proposta F2i di fatto ci estromette, ma noi in dieci anni abbiamo erogato 127 milioni alle tre società di gestione per migliorare le infrastrutture, far crescere i servizi, incrementare il traffico delle low cost. E ci opponiamo alla fusione perché vogliamo continuare a fare questo». 

ENAC

Il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma sostiene che gli oneri di servizio pubblico «limitano la mobilità dei sardi, bisogna fare un salto culturale e passare agli aiuti alle compagnie».

Con gli aiuti alle compagnie, afferma, «si può arrivare a contrattare un'offerta nei periodi in cui la domanda è scarsa, come nei periodi invernali per circa otto mesi l'anno, mentre quando al contrario la domanda è importante io lascerei al libero mercato la determinazione anche dell'offerta di voli».

Ciò porterebbe, per il numero uno dell'aviazione civile italiana, «una concorrenza che abbatte i costi», e allo stesso tempo si dovrebbero prevedere comunque «per i cittadini sardi dei voucher che garantiscano un prezzo che possono e devono pagare per tutto l'anno».

AEROITALIA

Al convegno è intervenuto anche Gaetano Intrieri, ad di Aeroitalia, vettore che ha appena un anno di vita e punta il suo business sui trasporti per le due Isole maggiori, Sardegna e Sicilia.

«Sul caro voli noi c’entriamo veramente poco – rivendica -, non abbiamo mai speculato sulle rotte estive. Sulla Olbia-Linate, dove abbiamo l’esclusiva, non abbiamo mai superato i 240 euro, perché capiamo che è un servizio in continuità anche per i non residenti. Se si gestiscono bene gli aerei, anche con 200 euro si può volare bene e fare qualche soldino».

Sulle assunzioni: «Ne abbiamo presi 80 ex Meridiana ma ne vogliamo assumere molti di più, se un giorno avremo la possibilità di gestire gli hangar a Olbia arriveremo a 350».

Intrieri annuncia che il vettore punta anche su Cagliari e parteciperà al prossimo bando per la continuità territoriale: «Le isole italiane sono i capisaldi del nostro network, tutti i nostri aerei sono basati lì». 

Anche lui è intervenuto sulla fusione degli scali sardi: «Gli aeroporti in un'isola devono essere controllati dal pubblico: Sicilia e Sardegna non possono non avere almeno un controllo di minoranza della partecipazione. La società unica porterebbe vantaggi sulla razionalizzazione dei costi, ma bisogna capire come farlo».

«NO ALLA PRIVATIZZAZIONE»

Non arretrano di un millimetro sul no alla privatizzazione e alla fusione Confcommercio e Federalberghi, che hanno organizzato il convegno.

«L'aeroporto di Cagliari ha utili netti pari a un terzo del suo fatturato - ha detto il presidente di Federalberghi Sud Sardegna, Fausto Mura -, è stato rinnovato, aggiornato e costruito con i soldi delle nostre tasche e finanziato annualmente nelle operazioni di co-marketing dalla Regione Sardegna. Un aeroporto che ha sempre capitalizzato gli utili, che non sono mai andati fuori dalla Sardegna - aggiunge -, ora si trova col rischio effettivo che dei fondi speculativi vogliano avere un regalo per drenare degli utili e portarli a Milano e a New York. Cioè togliere utili in una regione d'Europa per darli ai mercati europei e mondiali. Questo è legale ma a me non sembra affatto giusto».

«Il tema della fusione è sostanziale perché è una scelleratezza - sottolinea il presidente di Confcommercio Cagliari, Alberto Bertolotti -. Dovremmo smetterla di costruire tifoserie, ma fare una 'sacra alleanza' tra tutte le parti politiche, le organizzazioni di categoria, tra tutti decisori e tutti coloro che il modello lo devono costruire per il futuro. Finora non ha funzionato ed è sotto gli occhi di tutti».

(Unioneonline/L)

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