La Cassazione mette la parola fine, forse, all'annosa diatriba riguardante lo stop ai lavori su Tuvixeddu (dovevano essere realizzati un parco, una strada, abitazioni) e alla richiesta di risarcimento avanzata dalla società che doveva portare avanti le opere: la Nuova Iniziative Coimpresa di Gualtiero e Giuseppe Cualbu.

La Suprema corte ieri ha ritenuto che della vicenda legale avrebbe dovuto occuparsi la magistratura amministrativa, non un arbitrato come in realtà era avvenuto, e ha annullato il lodo che nel 2013 aveva riconosciuto ai privati un danno di 83,5 milioni di euro coperto dalla Regione un anno dopo. Decisione in realtà già quasi eliminata nel 2018 in Appello, dove i giudici avevano abbassato la cifra a 1,2 milioni.

Ora però l'atto finale ha cancellato tutto.

La società deve rendere le somme ed eventualmente rivolgersi, per ottenere soddisfazione, a un Tribunale amministrativo. Strada che però non convince gli imprenditori, i quali invece pare stiano pensando di poter arrivare a una "compensazione" con quanto ipotizzato in un secondo lodo, avviato nel 2015, che lo scorso ottobre avrebbe indicato in 122 i milioni che in realtà spetterebbero alla Nuova Iniziative Coimpresa.

La procedura in questo caso fa riferimento alla definitiva impossibilità di realizzare l'accordo di programma stilato nel 2000 tra società, Comune e Regione a causa dell'intervento del Piano paesaggistico voluto dalla Giunta Soru, mentre quello del 2013 si riferiva al ritardato avvio del progetto.

La materia del contendere sembrerebbe identica, dunque anche in questo caso c'è la concreta possibilità che la causa termini alla lunga nello stesso modo. Ma i privati sono di parere diverso.
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