Il sindaco di Cagliari non ci sta. E Paolo Truzzu, dopo le dimissioni di Giuseppe Farris, il consigliere dell’Ente lirico in quota alla Regione, oltreché vicepresidente del Consiglio di indirizzo, dice la sua davanti all’assemblea civica, riunita ieri nell’Aula di Palazzo Bacaredda: «Quanto è accaduto in quest’ultima settimana con riguardo al Teatro lirico, mi spiace molto, non certo per il sottoscritto, ma per il Teatro e i suoi lavoratori», ha detto il primo cittadino. «Vorrei ricordare a tutti che dal 2020 a oggi, grazie al lavoro del Consiglio di indirizzo, del Sovrintendente, del direttore amministrativo, delle organizzazioni sindacali, di tutti maestri e delle maestranze, è stato possibile: ripianare le perdite, ricostruire il patrimonio e chiudere in utile gli ultimi 3 bilanci, l’ultimo bilancio con un utile di oltre 4 milioni, garantire al teatro una cospicua liquidità che ci ha consentito di passare da una stagione in cui i fornitori attendevano anche anni per essere pagati a liquidare le fatture in circa 14 giorni, vedere approvata la proposta di pianta organica da parte del ministero che consentirà di assumere circa 30 persone, continuare l’attività durante il periodo di Covid, con solo 15 giorni di cassa integrazione, una pace sindacale, tant’è vero che non c’è stata una sola giornata di sciopero, aver rivisto il pubblico a teatro dopo la pandemia e garantito una stagione di assoluto livello, portato il teatro all’estero, con l’importante successo in Oman, con le spese tutte a carico del Teatro di Muscat, siglato una partnership importante con il Cagliari calcio e l’Unione Sarda per consentire di ampliare il pubblico del teatro anche alle fasce più giovani, aver riportato gli spettacoli del teatro lirico in tante piazze e teatri della Sardegna, aver ottenuto un finanziamento Pnrr da oltre 600 milioni di euro per la riqualificazione energetica del teatro, aver dato vita per la prima volta negli ultimi 20 anni ad assunzioni tramite concorsi pubblici».

Non basta: il sindaco entra anche sulla polemica legata al trasferimento provvisorio del mercato in piazza Nazzari: «Rivendico poi la scelta di aver posizionato il mercato provvisorio di San Benedetto in piazza Nazzari, a poche centinaia di metri dalla sua ubicazione storica. Perché significa garantire a 188 concessionari, 188 famiglie, che ogni giorno combattono per guadagnarsi da vivere, di poter continuare a lavorare, senza dover richiedere contributi pubblici. Contributi pubblici che consentono al Teatro invece di essere vivo, aver una sua sede, un suo palco, una sua programmazione e di conseguenza anche la sicurezza del lavoro e della retribuzione per i suoi lavoratori».

Conclusione sull’attività dell’ente: «Ricordo infine che negli ultimi tre anni oltre l’80% delle riunioni si è tenuta al pomeriggio ciò nonostante il cdi non è stato sempre al completo», chiude Truzzu. «Aggiungo che come sempre ho piena fiducia nell’operato della magistratura. Ognuno è libero di fare le sue valutazioni e manifestare la sua opinione. Ciò che non è accettabile e condivisibile è che qualcuno utilizzi strumentalmente il Lirico, che non può e deve essere uno strumento di lotta politica. Il Kirico è un patrimonio della città e della Sardegna, pertanto dobbiamo fare tutto il possibile perché continui a crescere, tutelandone la trasparenza e vocazione. Insomma la politica deve essere al servizio del Teatro, non il Teatro a servizio della politica».

In serata, su Facebook, è arrivata la controreplica dell’avvocato Farris. Rivolgendosi al sindaco, ha scritto: «Il Lirico non è strumento di lotta politica bensì lo hai fatto diventare un luogo di occupazione politica». E ancora: «Le perdite sono state ripianate grazie al Covid. Infatti, non si andava in scena, ma i contributi pubblici arrivavano comunque. Il pubblico, dopo la pandemia, non è rientrato al Teatro. Nell'ultimo anno, solo una seduta si è tenuta in orario pomeridiano. Posso provare documentalmente quello che sostengo», chiude Farris. «D'altro canto, è tutto nel sito della Fondazione».

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