Il carico milionario di cocaina, intercettato nell'ottobre del 2016 dalla Squadra mobile, potrebbe non essere l'unico fatto arrivare da Fabio Podda in città. Con il sospetto che dietro i traffici di droga tra Cagliari e Milano ci sia la 'ndrangheta calabrese. Nelle intercettazioni che hanno portato alle ordinanze a carico del 39enne di San Michele e di Luca Viggiani (46 anni di Milano) emergono riferimenti ad altri "affari" tra i due ("L'altra volta non c'erano stati problemi", ricorda Viggiani in una telefonata con Podda) prima del "macellone con quel ragazzone di fuori", come il milanese confida a un amico in un'altra conversazione intercettata.

Nell'ordinanza eseguita mercoledì scorso dagli agenti della Squadra mobile, tra le motivazioni dell'esigenza cautelare per Podda e Viggiani evidenzia "il costante contatto tra esponenti della malavita calabrese e isolana, come ipotizzato dagli inquirenti che hanno fatto riferimento ai contatti tra Podda e Salvatore Barbaro, calabrese residente nell'hinterland milanese, appartenente al clan della 'ndrina Papalia-Barbaro, operante proprio nella zona dove vive Viggiani". L'inchiesta è nata da un'altra indagine a carico di numerosi indagati, in particolare un pregiudicato residente nell'hinterland cagliaritano molto attivo nel traffico di droga tra la Lombardia e la Sardegna.

E, sempre nelle intercettazioni, ci sono conversazioni tra Podda e Viggiani, dove si parla di una "bara".

Per gli investigatori la "bara" è il portapacchi dell'auto usato per il trasporto dei 22 chili di cocaina.

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