C'era chi il certificato di negatività al coronavirus non lo aveva e chi invece ne era in possesso ma nessuno lo ha controllato. E i turisti che ieri, primo giorno di entrata in vigore dell'ordinanza del presidente della Regione con relativa circolare esplicativa, sono arrivati in Sardegna hanno mostrato stupore e disorientamento.

Qualcuno racconta di non aver trovato informazioni sufficienti, altri di non essere in grado rispettare l'obbligo di eseguire il tampone nell'Isola perché i laboratori privati chiedono l'impegnativa del medico curante per l'esecuzione del test. Discorso simile per quanto riguarda le verifiche di registrazione sulla app: "Nessun controllo" allo scalo di Elmas, dicono.

Ma chi dovrebbe vigilare? il provvedimento della Giunta in alcuni punti non è chiarissimo, intanto le aziende che gestiscono i tre scali sardi hanno distribuito dei volantini con i passaggi chiave del documento nel quale viene attribuita ad autorità portuale, capitanerie e società di gestione la competenza per il controllo dei documenti che, inizialmente, valeva per l'imbarco. Passaggio che poi è stato corretto con "sbarco" ma il problema resta perché da un lato si limita il campo delle verifiche a quello della registrazione obbligatoria sulla app "Sardegna sicura", dall'altro viene imposta l'immediata segnalazione all'assessorato alla Sanità di quei passeggeri che non sono muniti di certificato di negatività.

La scena è la stessa nei porti. E Paolo Bianca, capo reparto tecnico della Guardia costiera di Olbia ha chiarito ai microfoni di Videolina che si attendono direttive dalla Prefettura.

(Unioneonline)
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