"Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l'ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l'Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale".

E' il commento del governatore Christian Solinas alla pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi di tutta Italia elaborata dalla Sogin ed approvata dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell'Ambiente, che contempla appunto 14 zone della Sardegna (Ecco quali sono).

Una presa di posizione che arriva dopo quelle dell'Anci, di sindaci e di numerosi esponenti della politica locale.

"La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano - dice Solinas - dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l'industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d'Italia, da intere generazioni di giovani sardi andati a morire sui fronti del Carso, del Monte Zebio o della Bainsizza nella Grande guerra un secolo fa".

"Questo stesso Popolo - conitnua il governatore - ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell'Isola in una pattumiera nucleare al centro del Mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo".

"Abbiamo - prosegue il governatore - una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un'affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all'energia nucleare ed al deposito di scorie".

E ancora: "A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell'energia superiore al resto d'Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria"

Insomma, l'inserimento della Sardegna tra le aree idonee per lo stoccaggio, secondo Solinas è "una scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti più pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all'esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi".

Poi un'altra stoccata: "A questo Stato centralista e prevaricatore che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto a un intero popolo e alla autonomia della nostra Regione, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d'ora che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata