Io non sono un ragazzo di campagna.

Tuttavia, in una società "liquida", così com'è chiamata da chi aggiunge alle passate di pomodori i liquami della terra dei fuochi o da chi costruisce a mano i prosciutti con tagli bulgari di scarto, sposando il filone del "tutto è liquido, tutto è relativo", ogni tanto sento il bisogno di tornare alla solidità della terra e alla ragionevolezza della civiltà contadina.

Anche perché mi sembra che sempre più spesso le derive non solo dell'assennatezza, ma anche della legalità, diventino la trama di un disegno più raffinato, tutto meno che liquido.

La negazione della sacralità democratica del voto popolare, fatemi dire, è una di queste deviazioni che ormai raccolgono giornalieri affluenti e minacciano di diventare un fiume pericoloso. Il suffragio universale e il dogma "una testa, un voto" sono diventati, infatti, il bersaglio di un'élite che sino a ieri si sarebbe buttata sul fuoco, a parole, certo, per difendere la democrazia e la costituzione.

Ritornando doverosamente ai fondamentali e saccheggiando la Treccani, la democrazia è la forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di eguaglianza, all'esercizio del potere pubblico. Con democrazia s'indica anche la dottrina stessa, come concezione politico-sociale e come ideale etico, che si fonda sul principio della sovranità popolare, sulla garanzia della libertà e dell'uguaglianza di tutti i cittadini.

Ora che cosa capita? Che il voto popolare si discosti dai desideri di questa élite d'illuminati, responsabile peraltro dello stato di deculturazione e di povertà diffusa, e qual è la reazione? Non l'autocritica spietata, necessaria per individuare cause e azioni che hanno provocato il malessere, la protesta, il desiderio di cambiamento, ma un attacco concentrico al concetto di democrazia, perché evidentemente il principio ha un senso, per loro, solo quando il voto si allinea all'opinione e al disegno che hanno in testa.

La delegittimazione del voto popolare di protesta e cambiamento è solo il primo passo. Immediatamente, attraverso dichiarazioni concentriche, si mette in discussione il sistema di partecipazione democratica (“Anche Hitler è arrivato al potere col voto”); il suffragio universale (“La vittoria di Trump è uno degli eventi più sconvolgenti della storia del suffragio universale”, “Il suffragio universale comincia a rappresentare un serio pericolo per la civiltà occidentale” - Fabrizio Rondolino); e persino l'uguaglianza dei cittadini di fronte al voto (“Il fatto che possa votare io e il mio voto possa contare come uno di quei giovani nati adesso mi dà fastidio; arrivo io, casomai un inglese anziano e incavolato, e decido che i giovani della Gran Bretagna devono stare fuori dall'Europa. Ma se tu muori tra cinque minuti, stai quieto, come ti permetti di votare!” - parole di Erri De Luca al Salone del Libro di Torino, tra applausi scroscianti del pubblico).

Il tutto condito da uno sport pericolosissimo che si chiama compilazione di liste, da quelle che danno patenti positive, ad esempio Tuttinuoresi, da Sebastiano Satta sino al re del porno Denis Marti, e consequenzialmente marginalizzando gli altri nuoresi che non possiedono le stesse doti, a quelle, come l'ultima di Gad Lerner, che fa di ogni erba un fascio, in senso letterale-politico.

Tralascio i test anni '70 elaborati per scoprire dove si nasconde il fascista, o i test di “educazione civica” proposti da David Harsanyi, noto giornalista americano del Washington Post, per restringere il corpo elettorale a una cerchia di votanti “consapevoli” (Harsanyi è, infatti, molto preoccupato per la democrazia e mette in guardia dal rischio di “affidare i destini di un paese e le vite a milioni di ignoranti irresponsabili”).

Insomma, spiegatemi, stiamo cancellando le speranze su un futuro democratico, il popolo l'abbiamo reso ignorante perché non ci piace? Nessun uomo solo al comando, per carità, ma una solida e illuminata oligarchia (mi ricorda qualcosa) con figure specializzate nell'impoverimento dei lavoratori, nella guida delle menti alla consapevolezza democratica, nella delazione?

Ho lavorato nella Germania dell'Est, chiamatemi, posso essere d'aiuto.

CIRIACO OFFEDDU

MANAGER E SCRITTORE
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