La scuola sarda torna in piazza contro le prove invalsi.

Disagi in diversi istituti dell'Isola per lo sciopero nazionale promosso dai Cobas e altre sigle sindacali.

Dopo i primi due scioperi anti-invalsi, il 4 e il 5 maggio scorso, questa mattina i docenti sono tornati in piazza in occasione della giornata dedicata ai test nelle scuole superiori.

La manifestazione è stata organizzata a pochi giorni dalla sospensione delle tre docenti di Nuoro accusate di non aver fatto allenare gli studenti in vista delle prove di oggi.

Un episodio che i manifestanti hanno ricordato con uno striscione appeso in piazza, sotto il Bastione di Cagliari, con scritto "Cun is collegas nugoresas ma contras s'invalsi e sa lei 107" (Con le colleghe di Nuoro ma contro i test Invalsi e la legge 107).

Lo sciopero infatti è stato proclamato anche contro la legge sulla Buona Scuola "che crea presidi padroni e relega i docenti a "semplici tuttofare" minacciati di licenziamento, riduzioni salariali, trasferimenti", dice Andrea De Giorgi, Cobas.

E poi aggiunge: "Gli episodi di Nuoro, mettono in mostra come i nuovi poteri dei dirigenti, combinati con gli effetti del decreto Brunetta del 2009, abbiamo effetti esplosi sulla libertà di insegnamento dei docenti".

Torna anche la preoccupazione per i trasferimenti dei docenti precari che l'estate scorsa avevano protestato contro le immissioni in ruolo fuori dall'Isola.

"Stanno dividendo tuttala categoria", spiega ancora De Giorgi, "perché insegnanti avranno la sicurezza della titolarità nella scuola", se esistono i posti di lavoro, "mentre altri saranno chiamati in via discrezionale dai dirigenti".

I docenti sono scesi in piazza anche contro premio di "merito", la chiamata diretta da parte del preside per incarichi solo triennali, l'obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei e di 400 nei tecnico-professionali, e l'accordo sulla Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della "fase C".
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