Assunzione dei precari, stop ai vincoli quinquennali e triennali sulla mobilità, no ai quiz Invalsi e alla scuola estiva. Sono queste le ragioni principali dello sciopero nazionale indetto nei giorni scorsi da Unicobas, Cobas Scuola Sardegna, Cub, Usb Scuola e studenti dell'Osa. La protesta si è svolta stamattina davanti al Consiglio regionale in via Roma a Cagliari, ma una delegazione sarda delle sigle sindacali è presente anche a Roma davanti al ministero dell'Istruzione.

Lo sciopero in Sardegna ha visto una forte partecipazione del personale docente e ATA, tanto da bloccare la seconda prova del test Invalsi in programma per oggi nelle scuole primarie: «Questi quiz non hanno una valenza valutativa e sono fuori dal contesto educativo e didattico che portiamo avanti quotidianamente - dichiara Nicola Giua, Cobas Scuola Sardegna - Chiediamo anche la stabilizzazione dei precari, concorsi e graduatorie a scorrimento per chi ha diritto di essere messo in ruolo e l'abolizione del vincolo quinquennale per chi è stato messo in ruolo il primo settembre 2020 ed è costretto a lavorare lontano dalla propria città per cinque anni, con tutti i disagi che questo comporta». 

I sindacati dicono no anche alle "classi pollaio": «Si continua a programmare aule di oltre 30 alunni ciascuna - osserva Enrico Rubiu, presidente di Usb Sardegna - questo crea un problema di sicurezza non da poco, soprattutto in periodo di pandemia. Per questo chiediamo anche una campagna vaccinale efficace e rapida e un sistema adeguato di tracciamento dei contagi. Inoltre diciamo no alla digitalizzazione selvaggia delle scuole prevista nel Recovery Fund e a corsi per l'imprenditorialità. C'è un altro aspetto che ci preoccupa fortemente», prosegue Rubiu, «si tratta dell'accordo tra Aran (cioè governo) e Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief che punta a limitare il diritto di sciopero all'interno della scuola. Vogliamo difenderlo con ogni mezzo». 

Alla manifestazione, che si è svolta in maniera del tutto pacifica sotto i portici del Consiglio regionale, hanno partecipato circa una cinquantina di persone, compresi docenti, precari e non, e personale ATA, oltre ai rappresentanti sindacali. 

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