Si è costituito stamattina a Cagliari il Comitato della Sardegna contro l’autonomia differenziata: obiettivo 500 mila firme da raccogliere entro il 30 settembre per richiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli.

«Un progetto che scardina l'unità e la coesione del Paese. Ognuno pensa di avere protagonismo e autonomia su materie e su questioni che invece devono essere di dimensione nazionale e in questa maniera, partendo soprattutto da sanità e scuola, i due settori immediatamente più a rischio, si definisce un nuovo assetto dello Stato che rompe la coesione e l'unità nazionale», affermano i leader regionali di Cgil e Uil, Fausto Durante e Francesca Ticca.

Oltre ai due sindacati, promotori dell’iniziativa, all’assemblea nella sede di viale Monastir hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni sarde, di partiti politici e diverse associazioni.

Presenti anche la parlamentare Francesca Ghirra e il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. Oltre anche ad esponenti del mondo universitario e della cultura, Acli, Arci, Anpi, Pd, Movimento Cinque Stelle, Progressisti, Alleanza Verdi Sinistra, Sinistra Futura, Progetto Sardegna, Rifondazione Comunista, Partito Socialista, Fondazione Enrico Berlinguer, Associazione 25 aprile Sassari, Sardegna Chiama Sardegna, ma «il comitato è aperto a tutti gli schieramenti, i partiti e le associazioni che vogliono iniziare questa battaglia per salvare l’autonomia speciale della Sardegna».

Claudia Ortu di Potere al Popolo precisa di aver partecipato all’incontro «solo per sentire, ma come partito, pur essendo contrari all’autonomia differenziata, non aderiamo ad alcun comitato». 

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