Manca solo l’ufficialità, attesa per oggi dopo il monitoraggio della cabina di regia. Un passaggio di zona comunque scontato visto che, a leggere i numeri, doveva avvenire già lunedì scorso.

La Sardegna però ha scontato la "rigidità" dell'ordinanza del ministero della Salute Roberto Speranza che nel passaggio dalla zona rossa a quella arancione prevedeva un periodo di 15 giorni "salvo diversa disposizione" che, appunto, non c'è stata.

"Sette giorni che comunque hanno contribuito a ridurre la circolazione del virus”, hanno ribadito gli epidemiologi sardi del calibro di Giovanni Sotgiu e Luigi Minerba.

I dati della pandemia della Sardegna quindi sono da zona bianca (rischio basso e incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, la più bassa d’Italia secondo i dati aggiornati a ieri), fascia che si può ottenere lunedì 31 se le cose dovessero continuare ad andare per il verso giusto.

La morsa del Covid sta allentando anche livello nazionale; sempre meno nuovi positivi, ospedali che lentamente si stanno svuotando, effetti nefasti delle riaperture del 26 aprile non se ne vedono, a quasi tre settimane di distanza.

Da lunedì tutta Italia sarà gialla (unica incognita la Valle d’Aosta) e la Cabina di regia si riunirà di nuovo per decidere alcuni allentamenti, a partire dal coprifuoco che potrebbe slittare alle 23 o alle 24.

Ieri la Fondazione Gimbe ha invece tracciato il bilancio coronavirus dal 5 all'11 e si registra un miglioramento per l'indicatore relativo ai "casi attualmente positivi per 100.000 abitanti", che si attestano sui 945, e sono in diminuzione del 34,1% i nuovi casi rispetto alla settimana precedente.

Sotto soglia di saturazione, con un ulteriore calo negli ultimi giorni, i posti letto in area medica (16%) e in terapia intensiva (18%) occupati da pazienti Covid-19.

Il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo "Mauro Picone" del Cnr infine rileva che l'analisi delle curve dell'incidenza dei decessi a livello regionale nell'Isola è in stasi, non si registra quindi una discesa, purtroppo.

Questa potrebbe essere anche l'ultima settimana in cui la Cabina di regia valuta l'andamento della pandemia sulla base di 21 paramenti che poi decretano i livelli di rischio e di conseguenza i colori.

Gli effetti delle vaccinazioni stanno cambiando gli scenari e i modi di valutare la pandemia, un punto sul quale Regioni e Governo concordano. E si stanno studiando quindi metodi diversi da quelli in uso da novembre 2020. Si parte dal voler ridurre il peso dell'Rt che misura la velocità di diffusione del virus. A guidare i passaggi di colore saranno l'incidenza dei casi e il tasso di occupazione degli ospedali. Non solo, verrà stabilito anche un numero minimo di tamponi che le Regioni devono effettuare giornalmente.

Secondo una prima ipotesi la zona rossa scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti (andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi giornalieri). Quella arancione, tra i 150 e i 249 casi (il minimo è 250 test), la gialla, tra i 50 e 149 casi (150 tamponi). La bianca sotto i 50 casi (almeno 100 test).

Sul possibile cambiamento di orario del coprifuoco ma anche sulle aperture di piscine all'aperto, centri commerciali e mercati nel weekend ne discuterà la Cabina di regia convocata lunedì. Quindi le novità, se ci saranno, non scatteranno da subito.

(Unioneonline)

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