Un pronto soccorso interamente dedicato ai casi di Covid-19 accertati, e gli altri ospedali si prendono tutto il resto.

La rivoluzione dell'assistenza alle urgenze a Cagliari, ma non riguarda solo Cagliari, è in vigore da lunedì scorso ma ha faticato un po' a entrare a regime: lo testimoniano le ambulanze del 118, non più in coda all'ospedale di Is Mirrionis.

Al Santissima Trinità non si accettano più, al pronto soccorso, pazienti non in pericolo di morte che non siano già certificati come pazienti Covid-19.

Il primo risultato è sotto gli occhi di tutti, specialmente di chi abita nei palazzi di fronte al Santissima Trinità, che hanno visto sparire d'un colpo le decine di ambulanze parcheggiate ovunque. Trasportavano i pazienti sospetti Covid che giungevano da mezza Sardegna, e che ora sono smistati nei pronto soccorso degli altri ospedali cagliaritani e della provincia del Sud Sardegna.

Ovviamente, negli altri c'è stato un contraccolpo, ma gestibile: i pazienti sospetti Covid, ora che a Is Mirrionis si accettano solo quelli che sono ufficialmente infetti, assieme a quelli che hanno altre patologie sono stati distribuiti negli altri ospedali.

Al Marino, a parte qualche "picco" non paragonabile a quanto avveniva al Santissima Trinità, il lavoro è un po' aumentato "ma è tutto perfettamente sotto controllo", fanno sapere dalla direzione di Is Mirrionis, competente anche per l'ospedale del Poetto. Stamattina la situazione era tranquilla: uno, massimo due mezzi di soccorso sul piazzale. Tre o quattro nel pomeriggio. Il 118 sta cercando di distribuire i pazienti in modo ottimale.

Ora si dovrà verificare se il nuovo sistema reggerà. Al Santissima Trinità, adesso ci si concentra solo sugli arrivi di casi certi di Covid-19, che ricevono assistenza più in fretta. Gli altri, vanno altrove.
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