Rifiuti, a Cagliari impianti fermi e prezzi alle stelle: il caso in Consiglio
Aumentano i costi per la frazione secca e il compostaggio, in ritardo i lavori di ammodernamento del termovalorizzatoreLo stabilimento del Tecnocasic in una foto panoramica
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Paghiamo 70 euro in più rispetto al resto del Paese (199,99 euro + Iva) per smaltire ogni quintale di secco. E circa 30 euro in più per il compostaggio.
Un sistema di extracosti che, alla fine, pesa sulle spalle dei cagliaritani per circa due milioni di euro. Sul banco degli imputati nella gestione dei rifiuti di Cagliari, stavolta, finisce il Tecnocasic: sulla società in house del Cacip (all'epoca della nascita 35 anni fa, Casic) punta i fari il Consiglio comunale che con un ordine del giorno (delle commissioni Ecologia urbana e Bilancio) fa le "pulci" alla società che gestisce gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti.
Impianti che in questo momento sono tutti fermi: due per lavori di revamping, cioè di rinnovamento tecnologico, che si sarebbero dovuti concludere già tre anni fa, e uno, l'unico funzionante, ora bloccato perché in manutenzione.
«Cagliari ha raggiunto l'importante traguardo del 76% di rifiuti differenziati che vanno a riciclo e diminuito nettamente quelli destinati allo smaltimento con termovalorizzazione», spiega Francesca Mulas, presidente della commissione Ecologia.
(ma. mad.)
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