Quelli che non vanno in vacanza: 100 mila famiglie sarde a casa
Un rapporto delle Acli: «Per molti è insostenibile anche un weeken fuori porta»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nell’Isola destinazione turistica tra le più ambite, sono migliaia le famiglie con figli che non possono permettersi una vacanza. Una vacanza intesa come svago ed esperienza al di fuori della quotidianità, condivisione tra genitori e figli, momento formativo per i ragazzi. «Molte famiglie non riescono neppure a fare un fine settimana fuori casa anche restando in Sardegna», avvisa Mauro Carta, presidente regionale delle Acli. «Basta vedere chi, a partire da giugno, prenota nelle strutture turistiche: si tratta di famiglie straniere e provenienti dalla Penisola».
La spesa tagliata
È proprio la vacanza, assieme alla palestra dei figli e all’uscita settimanale in pizzeria, una delle prime voci di spesa tagliate via per far quadrare il bilancio domestico. Una scelta obbligata per un numero sempre crescente di famiglie impoverite dai contraccolpi dell’inflazione e dalla necessità di risparmiare per poter accedere in tempi utili a una visita specialistica o a un esame diagnostico. Ma quante sono in Sardegna le famiglie che non fanno mai una vacanza? Incrociando i dati Istat, quelli di Sardegna Statistiche e di Openpolis, che al tema ha dedicato nel 2023 un focus dettagliato, si tratta di ben 49.051 nuclei con un figlio (ovvero il 34,7% delle famiglie di questa tipologia), e di poco meno di 50mila famiglie con due e più figli. Numeri che in realtà potrebbero essere ben più alti se andiamo a valutare le condizioni economiche. Solo per fare qualche esempio, a Quartu il 29,33% delle famiglie ha un Isee sotto i 10mila euro; il 34% a Marrubiu; il 29% a Carbonia; il 35% a Villacidro; il 26% a Cagliari; il 27% a Nuoro.
Le alternative possibili
«Numeri che ci fanno riflettere», dice il presidente delle Acli. «Al di là del non riuscire ad affrontare la spesa per una vacanza pure se breve, per tanti genitori diventa difficile anche sostenere il costo di una o più mensilità del centro estivo per il proprio figlio, tanto più se la prole è numerosa. Per cui, se il Comune non integra la quota, si finisce per dover rinunciare anche a questa opportunità per i ragazzi». Le Acli hanno creato una rete di associazioni no profit di supporto ai Comuni che operano in tutto il territorio regionale. Tra Cagliari e Quartu opera per esempio “Progetto sorriso Asd”. Maria Ciaccio è la presidente di questa associazione sportiva dilettantistica che si occupa in particolar modo dell’inclusione di bambini fragili nel gruppo dei coetanei.
Le giornate al Poetto
«Siamo specializzati nell’accoglienza e nell’inserimento di piccoli con sindrome dello spettro autistico», spiega. D’estate la sede operativa è al Poetto, nello stabilimento Marlin, dove tutti i ragazzi (dai 3 ai 13 anni, «Ma c’è anche un 14enne») arrivano alle 7,30 e vanno via alle 16,30 (un gruppo alle 14, come va bene ai genitori). «Si pranza qui e si fanno tantissime attività, in spiaggia e in acqua». Tutto molto bello, ma se una famiglia non può permetterselo? «I costi sono elevati perché questi ragazzi hanno necessità di un assistente ciascuno, ma grazie a un contributo della Regione riusciamo ad accoglierne gratuitamente dai dieci ai dodici». Quanto alle famiglie fragili economicamente, «facciamo tante attività extra per venire incontro anche a chi non può permettersi certe spese: corsi di mini sub, gite nelle fattorie, escursioni, laboratori».
Una settimana insieme
Da Iglesias a Nuoro, da Ozieri a Ottana. I Comuni che fanno il bando per il campo estivo, o organizzano la colonia al mare, erogano un contributo alle famiglie con reddito basso o assegnano una quota dei posti alle stesse. A giorni partiranno per Lu Bagnu, Castelsardo, dodici ragazzi di Nuraminis dai 10 ai 13 anni. Li attende una settimana di colonia al mare, organizzata dall’amministrazione comunale che affida il servizio alla coop sociale B-Free. «Un’esperienza fondamentale per quella età; per questo, al di là dell’Isee che tante volte non è un indicatore puntuale, cerchiamo di venire incontro a tutte le famiglie in difficoltà», spiega il sindaco Stefano Anni.
Il contributo erogato
A Carbonia il Comune assegna un voucher per l’iscrizione ai centri estivi alle famiglie sotto un certo tetto di reddito. E lo stesso fa l’amministrazione di Iglesias che ha erogato un contributo (fino a 300 euro) per ben 500 ragazzi. «Noi diamo il voucher e le famiglie possono spenderlo a loro scelta, tra le attività curate da una rete di associazioni», spiega l’assessora alle politiche sociali Angela Scarpa. «Si può scegliere tra la colonia estiva, le lezioni a cavallo, tante attività sportive. È fondamentale garantire il benessere dei minori, e la dimensione della vacanza è un tempo prezioso».
(Unioneonline)