I sindaci di Lodè e di Quartu sono accomunati da una cattiva strada. Con qualche differenza.

La prima è demografica (1.660 abitanti contro 71 mila), l'altra è politica.

Giovanni Spanu si è dimesso. Lodè è isolata a causa di una frana sulla via d'accesso, le bufale da campagna elettorale sono rimaste tali, ha denunciato. "Basta, me ne vado". Stefano Delunas no, non si è dimesso, nonostante le bufale pronunciate in prima persona più o meno volontariamente. Più o meno, nel senso che il sindaco di Quartu ha riferito di aver parlato per interposta persona.

La faccio breve. Delunas, l'8 maggio, ha dichiarato a Virginia Devoto per il Tg di Videolina che viale Colombo sarebbe rimasta chiusa forse per due anni, necessari per rifare un sovrappasso sul canale che collega Perdalonga a Is Arenas. Ma a suggerire la tempistica, ha fatto poi sapere Delunas, è stato l'assessore all'Urbanistica Paolo Passino, che è anche presidente del Parco di Molentargius.

Travolto dalle polemiche, il sindaco ha preso altre informazioni, scoprendo che per rifare il ponticello ci vorrebbe qualche mese. Sempre un'enormità, sia chiaro. Intanto Passino è stato accompagnato alla porta. Negli abitacoli delle auto costrette ad aggirare ostacoli crediamo che nessuno stia provando conforto al pensiero che l'ingegnere prestato alla politica abbia visto la sua carriera infrangersi sulle barriere della Bussola. Tutti si sentirebbero certamente più sollevati scorgendo operai al lavoro a venti-giorni-venti dal blocco. In effetti venerdì mattina qualcuno si è visto: sono stati avviati i carotaggi in contemporanea con la conferenza stampa del sindaco. Coincidenze, chissà.

Questo è il Belpaese del ponte Morandi. E dopo i fatti di Genova, al primo scricchiolio il politico si para giustamente il “lato b”. Ma questo è anche il Paese che spende e spande per la Tav e poi fa una giravolta spaziale degna di Goldrake.

Questa è la Regione che ospita una strada a quattro corsie che finisce in campagna, tra Sassari e Alghero, solo perché un burocrate ha deciso così. Questa è un'Isola dove stanno per staccare la luce (vedi l'addio alle centrali a carbone dal 2025) ma il metano no, non fa per noi. Abbiamo speso già un sacco di soldi? E quindi? E chissenefrega se c'eravamo anche noi al governo. Torniamo al sindaco di Quartu. È vero, ha rottamato più assessori lui in quattro anni che il presidente Zamparini con gli allenatori di calcio. Ma è innegabile che, in questa partita, a parte l'impegno del nuovo prefetto, Delunas sia stato lasciato solo. E con lui i quartesi.

Dov'è la Regione? Qualcuno si è fatto sentire al ministero dei Lavori pubblici? Un tempo, davanti al blocco di una strada così importante, avrebbero chiamato l'Esercito. In viale Colombo va imposta la procedura d'urgenza, saltando lungaggini e trappole della gara d'appalto.

Ecco, se Delunas non si è dimesso per le figure barbine che ha collezionato per responsabilità diretta o riflessa, potrebbe farlo per questo, spegnendo il cerino che gli è rimasto tra le dita. E con lui il Consiglio comunale, compresa la parte politica che, legittimamente per il ruolo che esercita, invita il sindaco a fare altro.

Un segnale forte, le dimissioni di massa, davanti al menefreghismo denunciato per ultimo dal sindaco di Lodè. Ma c'è da resistere ancora un annetto tra i banchi di via Eligio Porcu. Altro giro, altra ruota: il sindaco che macina deleghe, al netto degli assessori defenestrati, torna comodo un po' a tutti.

Mi rendo conto solo ora che lo spazio sta finendo e non ho parlato di Europee. Buon voto a tutti. Senza illuderci che con un tratto di matita cancelleremo le vergogne di Lodè, Monte Pino, Oloè, Tertenia, Quartu. E aggiungete voi alla lista un altro ponte.

Emanuele Dessì
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