Le scuole sarde si fermano e scendono in piazza per lo sciopero indetto da Cobas Sardegna per protestare contro la speculazione energetica che minaccia la Sardegna.
La mobilitazione, che coinvolge insegnanti, studenti e famiglie, si inserisce in una giornata simbolica: la consegna delle firme per la legge di iniziativa popolare “Pratobello 24”.

Dietro la protesta c’è un grido di allarme: il pericolo di un nuovo sfruttamento delle risorse sarde, questa volta energetiche, a vantaggio di interessi esterni. «Non possiamo permettere che la Sardegna venga ancora una volta depredata», denuncia il sindacato.

«La nostra terra è sotto minaccia», afferma il leader dei Cobas, Nicola Giua, sottolineando come l’ennesimo tentativo di sfruttare le risorse sarde per fini mercantili rappresenti una nuova forma di colonizzazione.

Lo sciopero però abbraccia temi più ampi, come l’autodeterminazione delle risorse, la lotta contro il decreto legge 1660 e l’opposizione all’Autonomia Differenziata.

Nel mirino anche il dimensionamento scolastico, che ha creato istituti ingestibili e ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro, nonché la richiesta di una legge che valorizzi la lingua, la storia e la cultura della Sardegna.

Video di Francesca Melis

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