Pirri: le storie dei ragazzi di “Codice Segreto”, l’associazione che accompagna i disabili verso l’autonomia
C’è chi impara a cucinare, chi lavora in negozi di abbigliamento, chi si occupa di animali. Un unico motto: «Qui è vietato dire non ce la faccio»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Per chi va a Casa Futuro, a Pirri, in via Santa Maria Goretti, il benvenuto è un bellissimo cielo stellato, dipinto sulla facciata. Qui vivono i sogni e le speranze di tanti ragazzi e ragazze che diventano realtà. Sono 60, seguiti da otto educatori, in pianta stabile, e tanti collaboratori. È la sede di Codice Segreto, la prima associazione di Cagliari interamente privata che accompagna verso l’autonomia le persone con disabilità.
E le loro sono storie che fa bene leggere ed ascoltare. C’è Fabrizio Marruncheddu, 47 anni, che è tra i primi ad essere arrivati qui: «Mi occupo di manutenzione e degli animali alla riserva del Wwf e di Domus de Luna l’Oasi del Cervo e Della Luna: mi hanno scelto loro, ed è bellissimo. Le nuove scarpe me le sono comprate con i miei soldi».
Casa Futuro è un luogo dove i ragazzi, un paio di volte la settimana, dormono, imparano a occuparsi di tutto, a cucinare, svolgono attività. Ed è sempre piena di vita. Ci sono Carlotta Sanna, 29 anni, e Gianmario Locci, 27. Lui è una risorsa in un grande negozio di abbigliamento, dove prepara abiti e vestiti e li mette sugli scaffali; e anche lei in un altro negozio di abbigliamento sa sistemare tutto. «Qui è stato un percorso di crescita», racconta lei, «sono arrivata nel 2012, e io e Fabrizio ci siamo innamorati. La che mi piace più di lui? La testardaggine», dice. «A me? Di lei mi piace tutto», ribatte lui.
Dovrebbe essere normalità, è ancora quasi eccezionale vedere ragazzi e ragazze come loro in un negozio, in un’azienda: «Quando sono arrivata nel negozio ho detto: mamma mia, com’è grande, ma poi mi sono abituata; non bisogna arrendersi, basta mettere solo la buona volontà», ricorda Valentina Serra, «lavoro con Gianmario, mi occupo di tagliare gli ornamenti che lui mette ai vari vestiti».
Le condizioni e le storie di questi ragazzi sono diverse, ma per tutti c’è un futuro. La storia comincia quasi 15 anni fa. «Era il 2010», racconta Francesca Mulas, una dei fondatori, «ci trovavamo tutti insieme per avere una realtà associativa a cui dedicare il nostro tempo libero. Ogni mattina facevamo attività con i ragazzi che seguivano il percorso del dopo diploma. Casa Futuro poi l’abbiamo aperta nel 2021, dopo averla comprata e restaurata». «Ci voleva per i ragazzi che finita la scuola non sanno che fare», commenta subito Valentina. Il metodo di Codice Segreto? «Non ti spiego come si fanno i malloreddus, li facciamo insieme», dice Francesca. «Ognuno va accompagnato al suo livello di autonomia, e la lezione più importante è che tutti possiamo mantenere degli impegni con noi stessi. È un errore pensare che una persona con disabilità non possa essere una risorsa per un’azienda». C’è un quadro che dice «Qui è vietato dire non ce la faccio», a sottolineare le sue parole. I sogni per questi ragazzi? «Io voglio lavorare sempre», dice Gianmario. E Valentina: «Io sono già felice». Fabrizio e Carlotta dicono: «Una vita insieme». E Francesca aggiunge: «Vogliamo accompagnare nella crescita ancora più persone».