Sassari a parte, la curva dei contagi sale a rilento. Più 23 positivi registrati ieri per un totale di 1161 dall'inizio dell'emergenza. Molti i guariti clinicamente - 39 - e tre i decessi. Si comincia a guardare avanti, a pensare ai mesi estivi, per esempio. Quando sarà il momento, ha detto Christian Solinas durante il consueto punto stampa, di "alimentare il turismo interno e poi, in una fase successiva, consentire ingressi in Sardegna attraverso una forma di passaporto sanitario da rilasciare nei punti d'accesso".

PASSAPORTO SANITARIO - In particolare, ha spiegato il presidente, "porti e aeroporti andranno dotati di piattaforme di processazione rapida di tamponi per tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19". Intanto, "oggi dobbiamo aiutare il comparto a sopravvivere". Sugli arrivi, poi, "esistono una serie di variabili da considerare". Tra queste, "la situazione di lockdown in tutte le altre Nazioni del mondo che rappresentano tradizionali bacini di provenienza, senza lo sblocco in questi Paesi è inutile pensare agli arrivi".

ISOLA ANCORA CHIUSA - Restando in tema di riaperture, dopo le polemiche il governatore ha motivato la scelta di non acconsentire, in deroga al dpcm del 10 aprile, a quella di librerie e negozi di abbigliamento per bambini. "Una decisione presa dopo un confronto con il comitato tecnico scientifico", ha chiarito, "d'altra parte si tratta di esercizi che già stavano operando con consegne a domicilio, che vendono beni importanti ma reperibili sul mercato". E in ogni caso, "conoscendo il mercato tradizionale di quegli esercizi commerciali, avrebbero costituito la giustificazione per tante persone per poter uscire di casa. In questo momento la comunità scientifica ci dice di mantenere fermo per almeno due settimane questo assetto, in modo che si possa apprezzare in seguito un contenimento ancora più significativo". E se ne riparlerà il 26 aprile.

IL CASO ALBERGHI - Ancora nulla di fatto sulle strutture alberghiere da destinare a positivi asintomatici e agli operatori sanitari. Solinas è stato chiaro: "Il piano della Regione Sardegna per acquisire alberghi dove ricoverare questi soggetti pronto, ma lo attiveremo solo se vi è la certezza del pieno utilizzo, un uso parcellizzato infatti determinerebbe una spesa che inciderebbe non poco sulle finanze della Regione".

I PROBLEMI ECONOMICI - Il governatore ha posto infatti una questione di "copertura finanziaria": "Ciò che la Regione ha fatto sino ad ora, l'ha fatto con proprie risorse: lo Stato non ha ancora stanziato nulla, né ci ha rimborsato quello che abbiamo dovuto anticipare per le cure sanitarie, l'assunzione di personale, la fornitura di dispositivi di protezione individuale, l'acquisizione di ventilatori". Insomma, "dobbiamo essere efficaci ed economici nell'assumere le scelte". Quanto al personale medico, "merita tutto il nostro sostegno: stiamo ultimando il calcolo di quanti intendono usufruire dell'albergo per evitare il rischio di contagio nelle proprie case, ultimata la verifica prenderemo le strutture necessarie per garantire i posti letto".

L'APPELLO DEI SINDACATI - Il presidente dovrà gestire anche la grana case di riposo. Soprattutto dopo la denuncia dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil e del pubblico impiego Fp Cgil, Fp Cisl, Fpl Uil: "Case di riposo ed Rsa non sono attrezzate per la cura dei pazienti positivi Covid-19: se si vogliono salvare le vite degli anziani, è necessario trasferirli in strutture o reparti ospedalieri dedicati, luoghi dove possono essere garantite assistenza e cure farmacologiche: è vergognoso l'atteggiamento che il sistema sanitario sta riservando agli anziani".

(ro. mu.)

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