Tanti palloncini bianchi lanciati in aria dopo che la bara è stata posizionata dentro il carro funebre. E poi, quando è partito lentamente per andare verso il cimitero, oltre a un lungo applauso, a seguirlo c’era un corteo di moto rombanti.

Lorenzo Kingori Boi, il ragazzo di appena 17 anni che ha perso la vita sabato 13 agosto in un tragico incidente sull'Orientale Sarda, all’altezza di Urzulei, le moto le amava proprio. E alcuni dei suoi amici hanno voluto omaggiarlo in questo modo, nel giorno del funerale, svoltosi oggi pomeriggio nella chiesa di Sant’Anna a Stampace, riempita non solo da parenti e amici, ma anche da coloro che in questo quartiere storico di Cagliari lo hanno conosciuto. Anche loro non sono voluti mancare all’ultimo saluto e si sono stretti attorno al papà Andrea, alla mamma Margaret e alla sorella, racchiusi nel loro dolore composto.

La breve cerimonia è stata officiata da don Michelangelo Dessì, direttore dell'istituto salesiano Don Bosco. "Gesù oggi si ferma davanti alla bara e poi consola i famigliari di Lorenzo – ha detto nella sua omelia - Si rivolge alla mamma e le dice ‘non piangere’. La vita non si ferma dentro una bara. Il Signore oggi si avvicina a Lorenzo e gli dice: ‘Alzati, perché la tua posizione non è orizzontale, tu sei in piedi al mio fianco’”.

A Stampace lo conoscevano quasi tutti ed era molto ben voluto. Nato a Mombasa, in Kenya, in questo quartiere viveva sin da piccolo, in un palazzo nel tratto finale di via Sant’Efisio. Per questo anche chi non era suo amico stretto, durante l'ultimo saluto non è riuscito a trattenere le lacrime. 

I genitori e la sorella hanno ricevuto il caloroso abbraccio di tanti presenti. Alla cerimonia c'erano, tra gli altri, i suoi amici di uscite e i suoi compagni di classe e di scuola del Pirandello. 

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