«Non chiamateci "pastori" ma "costa smeraldini"», Riva: «Nessuna discriminazione, provocazione perché fieri delle nostre radici»
Il figlio del Mito chiarisce il senso delle sue parole: «Il suggerimento era provare a cambiare lo sfottò, siamo orgogliosi della Sardegna»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A due giorni da Milan-Cagliari continua a far discutere la questione del coro «Tornerete in Serie Bee» dei tifosi rossoneri verso quelli sardi, che ha portato il Giudice sportivo a dare una multa di 15.000 euro al club milanese. Fra i tanti commenti anche quello di Nicola Riva, consigliere d’amministrazione della società rossoblù, che ieri ha “invitato” chi denigra la Sardegna a usare altri termini: «Se volete davvero farci del male, non chiamateci pastori, ma costa smeraldini. Ecco magari potreste ottenere un risultato differente», aveva scritto.
Una definizione, quest’ultima, che ha mandato su tutte le furie Roberto Ragnedda, il sindaco di Arzachena ossia la capitale della Costa Smeralda, intervenuto sulla vicenda nella giornata di oggi e che ha chiesto spiegazioni a Riva. Che ha replicato: «Il discorso "Costa Smeralda” non era assolutamente discriminatorio verso nessuno», spiega il figlio del Mito. E racconta perché si è espresso così: «Una provocazione per tutte quelle persone che possono pensare che la Sardegna sia solo belle spiagge, bel mare, Porto Cervo o Porto Rotondo. Anzi, la parte più misteriosa più mistica più vera e che ci caratterizza di piu caratterialmente è proprio l'altra… perciò il suggerimento era di provare a cambiare lo sfotto perché noi siamo orgogliosi e fieri delle nostre radici, della storia della nostra terra, dalla pastorizia all'agricoltura, dal mare all'entroterra dalle zone turistiche a quelle più antiche e rurali».
Riva prosegue: «Io amo tutta la Sardegna da Nord a Centro a Sud», ribadisce e aggiunge di essere stato «interpretato male» o di aver «scritto male» ieri. «Era solamente una provocazione per dire che se ci chiamano pastori o simulano il beato delle pecore, oggi così come allora, è sempre stato un motivo di orgoglio e carica emotiva e agonistica per noi sardi dai giocatori ai tifosi del Cagliari». E di come non ci fosse nulla “contro” la Costa Smeralda: «Il senso era proprio quello magari con il coro "siete solo costa smeraldini" (Costa Smeralda nome nato nel 1962 per un consorzio, da non confondere con Gallura) non sortirebbe l'effetto/orgoglio boomerang di quando ci definite "pastori" con il quale ci caricate ancora di più... il racconto dei campioni del 1970 è sui libri, non lo dico certo io».
In chiusura, Riva vuole mettere da parte le polemiche e mandare un messaggio: «Il mio voleva essere un monito ai tifosi di concentrarsi a incitare di più per la propria squadra del cuore, piuttosto che concentrarsi sui cori contro gli altri».
(Unioneonline/r.sp.)