«Spero che l’abbia detta male. Perché in caso contrario non si capisce il senso del ragionamento». Roberto Ragnedda è il sindaco di Arzachena, capitale della Costa Smeralda. E non ha preso bene le dichiarazioni di Nicola Riva, figlio di Gigi e consigliere di amministrazione del Cagliari Calcio, a commento dei cori della curva del Milan durante la partita contro il Cagliari a San Siro.

MILAN MULTATO DAL GIUDICE SPORTIVO

«Tornerete in serie Bee», gridavano a una sola voce gli ultrà, riferendosi al belato delle pecore. Dopo aver difeso la cultura agropastorale della Sardegna, Riva ha poi aggiunto, sarcasticamente: «Grazie, perché con questi cori ci date la carica. Se proprio volete farci male», ha avvertito, «chiamateci costa smeraldini».

Ed è su questa ultima affermazione, ed è ovvio, che si è concentrata l’attenzione di Ragnedda. La sua premessa è: «Non voglio fare polemica». Ma questa sembra una conseguenza ineluttabile. 

Non attacca, il sindaco, ma chiede spiegazioni: «Siamo tutti d’accordo con Riva quando difende l’identità della Sardegna, quindi con la prima parte del ragionamento. Ma solo se vale per tutta l’Isola». 

Quindi non se si esclude una delle sue zone più famose nel mondo. Riva, forse, si riferiva alla Costa Smeralda per come la vedono  alcuni “continentali” che, da turisti,  hanno dimostrato un’indole caciarona e buzzurra. Alcuni «che qui ci sono stati, ma non solo qui», dice Ragnedda. Che respinge al mittente una presunta supremazia d’identità: «Noi siamo orgogliosi della nostra terra, che ha dato visibilità in tutto il mondo alla Sardegna. Non può e non deve essere associata a qualcosa di negativo. Ecco, spero che Riva l’abbia detta male e vorremmo spiegazioni». Il messaggio è lanciato. 

Enrico Fresu 

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