«Niente è cambiato dai cori che papà sentiva negli anni del grande Cagliari, quando ci chiamavano pastori e banditi». Nicola Riva ieri era a San Siro per la partita contro il Milan. E così inizia la sua riflessione sui cori rivolti dai tifosi rossoneri ai rivali isolani (“Tornerete in serie Bee", con una chiaro riferimento alle pecore), durante il match finito con il risultato di 1-1.  

«Mi rendo conto di quanto sia basso il livello di certe tifoserie organizzate», rileva Riva, consigliere d’amministrazione del club rossoblù, «i tifosi del Milan hanno trascorso l'intera partita a cantare contro l'Inter e il Bee verso di noi: fossi un tifoso "semplice" del Milan, qualche domanda me la farei». 

MILAN MULTATO DAL GIUDICE SPORTIVO

Dallo spunto alla conclusione: «Una cosa però la voglio dire,  da sardo e da tifoso del Cagliari: grazie. Perché come allora che vincemmo lo scudetto ancora oggi, nel 2025, pur consci che la Sardegna e Cagliari siano uno dei posti più belli al mondo dove vivere, nonché meta turistica internazionale, con questi cori non fate altro che accendere la nostra passione, il nostro orgoglio, la nostra fierezza». 

Riva si rivolge poi agli autori dei cori: «Cari pseudo-tifosi, noi di tutto quello che voi ci cantate, ne andiamo fieri, orgogliosi, il nostro senso di appartenenza è forte, radicato. E se voi ci gridate certe frasi non fate altro che caricarci ancora di più come tifosi, ma anche e soprattutto come squadra che va in campo. Perché ogni singolo giocatore del Cagliari che scende in campo gioca rappresentando un popolo e la sua storia, identità, cultura con grandissimo orgoglio e fierezza».

E alla fine un consiglio: «Se volete davvero farci del male, non chiamateci pastori, ma costa smeraldini. Ecco magari potreste ottenere un risultato differente». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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