Uno Stato che per molti Paesi (quasi tutti) non esiste, ma che in Italia ha addirittura un ambasciatore. Si parla dell'Ossezia del Sud, nel Belpaese rappresentata dal sardo Mauro Murgia.

Geograficamente è nel Caucaso, come capitale ha Tskhinvali che da sola conta circa 38mila abitanti su 55mila di tutto il territorio (stime del 2012). Russia e Georgia sono i suoi confini ed è proprio quest'ultima che ne rivendica l'appartenenza anche dopo il conflitto del 2008, che ha visto il ritiro delle truppe da parte dei sovietici. Ma di fatto si proclamano autonomi dal 1991.

Il capo della repubblica è Anatoliy Bibilov, quello del governo Erik Pukhayev.

Inquadrata la realtà politica e territoriale, emerge un Paese non riconosciuto dalla comunità internazionale come vero e proprio Stato, a parte dalla Russia, dal Venezuela, Nicaragua, Siria, Nauru e Tuvalu.

Anche per questo Murgia è stato etichettato "ambasciatore di uno Stato che non c'è".

"Una contraddizione in termini", spiega lui a unionesarda.it - perché se è 'Stato' allora esiste, e se alcuni lo hanno riconosciuto vuol dire che così è".

Nato a Carbonia 67 anni fa, ha una storia personale e politica non banale. Figlio di un minatore ("mio padre è morto di silicosi"), è riuscito a conseguire tre lauree per cercare la propria strada.

Alcuni l'hanno definita "l'ambasciatore del nulla", invece è l'ambasciatore di uno Stato che c'è?

"Certo, ha tutti gli elementi previsti dalla Convenzione di Montevideo: il territorio, la lingua, un governo esclusivo e una popolazione permanente".

Perché allora non viene riconosciuto?

"Paghiamo lo scotto di essere in mezzo allo scontro geopolitico tra Occidente e Russia, qualcuno parla addirittura dell'Ossezia del sud come di una 'provincia russa' o di un territorio georgiano occupato dai russi, ma non è assolutamente vero. Il Paese è pro-Russia, questo sì, ma non potrebbe essere diversamente dato che quel popolo ha salvato gli osseti dal genocidio nel 2008. All'epoca i georgiani invasero l'Ossezia e, non è un mistero, proprio con l'intenzione di eliminare fiscamente la popolazione. Attenzione: non allontanarla dalle terre ma eliminarla".

Un odio profondo?

"Esatto, che risale al forte nazionalismo espresso dai georgiani. Pensano che l'Ossezia sia loro, non è così. Quando si sciolse la vecchia Unione Sovietica, le repubbliche sono tornate all'autonomia. Hanno tentato anche gli osseti ma la Georgia ha detto 'no'. Ma perché no? Il problema di fondo è che la guerra ha di fatto urtato i georgiani in maniera tale che di questa sconfitta ne hanno poi fatto una bandiera".

Mauro Murgia con la bandiera dei Quattro mori (foto Facebook)
Mauro Murgia con la bandiera dei Quattro mori (foto Facebook)
Mauro Murgia con la bandiera dei Quattro mori (foto Facebook)

Lei parla l'osseto?

"Assolutamente no, solo un po' di russo. Si tratta di una lingua complicatissima. Faccio un paragone: è come chiedere a un sardo se conosce il barbaricino. Lo parla se lo ha parlato fin da bambino, altrimenti è molto difficile".

Quando ha lasciato la Sardegna?

"Avevo 17 anni. Mio padre, minatore, è morto per la silicosi e i fratelli di mia madre vivevano a Pesaro. Lei era l'ultima rimasta dei sette fratelli in totale e quindi ci siamo trasferiti. Poi ho proseguito i miei studi all'Università di Urbino e ho tre lauree: in pedagogia, sociologia e lettere. Mi sono sposato, ho due figlie grandi e adesso sono in pensione".

Come è diventato ambasciatore?

"Tutto è iniziato diversi anni fa: ho un amico la cui moglie è russa. In quel Paese ci sono stato diverse volte e avevo avviato una società in Bielorussia, avevo conosciuto anche un ministro della Abcasia (una repubblica autodichiarata che si affaccia sul Mar Nero, ndr), poi siamo arrivati al contatto con le autorità dell'Ossezia del sud perché erano alla ricerca di processi di riconoscimento. Io sono sempre disponibile per cause che sembrano perse ma che hanno un gran fascino e riguardano il diritto dei popoli o la situazione geopolitica".

Chi l'ha nominata?

"Prima sono stato rappresentante in Italia, poi 4 anni fa sono stato nominato ambasciatore dal loro ministro degli Esteri e il passaporto diplomatico mi è stato dato due anni fa. Abbiamo una sede a Roma, in via Gianicolense".

Di cosa si occupa in concreto?

"Organizzo e curo una rete di 'amici dell'Ossezia' e di rappresentanti diplomatici come consoli, ce n'è uno in ogni regione".

Anche in Sardegna?

"Sì, a Cagliari".

Ha altre attività lavorative?

"Adesso no, mi impegno nell'agevolare rapporti commerciali tra aziende italiane e russe. Con l'Ossezia la questione è complessa perché per esempio il codice doganale non prevede il riconoscimento".

Mauro Murgia (al centro) a una conferenza stampa in Ossezia del sud (foto Facebook)
Mauro Murgia (al centro) a una conferenza stampa in Ossezia del sud (foto Facebook)
Mauro Murgia (al centro) a una conferenza stampa in Ossezia del sud (foto Facebook)

Quanti osseti ci sono nel nostro Paese?

"Censiti sono una trentina, ma ce ne sono molti altri".

E i rapporti con la Farnesina?

"Dal punto di vista diplomatico sono inesistenti. Il ministero prende atto del fatto che abbiamo una rappresentanza ma non si schiera, anzi ogni volta che organizziamo una iniziativa si svolge lo stesso schema: i georgiani protestano, la Farnesina scrive una lettera. È successo anche in Sardegna, sa? A Lanusei, il sindaco aveva ricevuto una comunicazione che diceva, in poche parole, 'non potete organizzare iniziative con Paesi non riconosciuti'. E 'Striscia la Notizia' ci aveva fatto un servizio. Intanto noi a novembre inauguriamo un'associazione degli 'amici dell'Ossezia'. Si verificherà la stessa cosa: la protesta dei georgiani, la nota della Farnesina eccetera".

In Italia, e magari in Sardegna, filorussi o russofobi?

"In italia russofobi, in Sardegna no. C'è una caratteristica molto curiosa: nell'Isola l'atteggiamento è decisamente differente. Ho trovato orecchie molto attente ad ascoltare le nostre ragioni, è stata l'unica regione".

Lei ha avuto a che fare con la politica in modo stretto.

"Ho cominciato a Urbino, nel movimento studenti all'Università, sempre area di sinistra. Poi il movimento lavoratori per il socialismo. Sono entrato nel Partito di unità proletaria e infine nel Pc a Pesaro e nel movimento di Cossutta e Diliberto".

Si dice però che da marxista sia passato all’abbraccio con la Lega di Salvini per scopi commerciali con l’Ossezia. Cosa c’è di vero?

"Che gli osseti cercano amici, ma non si immischiano nelle politiche interne degli altri Paesi. Vanno dove ci sono persone aperte al dialogo. Per un periodo solo la Lega del Veneto e Salvini si sono dimostrati amici, tanto che il ministro Medoev era andato a Verona e a Venezia. E questo è stato usato in modo strumentale, come se io politicamente fossi vicino alla Lega, ma la mia storia parla da sola e dice ben altro, altrimenti non potrei essere ambasciatore dell'Ossezia. Cerchiamo amici e solidarietà, non escludiamo nessuno per la sua appartenenza politica alla destra o alla sinistra. Bando allo stereotipo che vuole l'osseto un terrorista o criminale".

Si è candidato l'anno scorso per la Lista del Popolo, collegio senatoriale delle Marche. E in Sardegna?

"Intanto è stata una cosiddetta candidatura di servizio. Per la Sardegna la lista non è stata approvata".

Non è che è alla ricerca della "poltrona"?

"Né poltrone né seggiolini, grazie".

Alcuni le rimproverano anche la sua amicizia con Giulietto Chiesa.

"Amicizia che rivendico totalmente. Ci siamo conosciuti anni fa, lo ritengo il maggior esperto su Russia ed est Europa in generale, di una lucidità straordinaria. Quando ci fu la prima 'guerra di indipendenza' lui era deputato europeo e andò sul posto. È stato testimone della frase pronunciata dal presidente della Georgia, che diceva di voler 'eliminare gli animali osseti'. In Russia è molto amato, parla la lingua perfettamente ed era molto amico di Gorbaciov che lo interpellava per questioni di politica internazionale".

Insomma lei è l'ambasciatore dello Stato che c'è o non c'è?

"Siamo uno Stato che non c'è? Allora come mai alcuni Paesi ci riconoscono? Spesso, nelle interviste a testate nazionali, hanno pubblicato una mia foto con la bandiera dei Quattro mori, per far passare il dettaglio della mia sardità. Ma è una cosa positiva o negativa? Non l'ho ancora capito. Pensi che quel simbolo è anche nell'ufficio di un ministro in Ossezia, mi sembra una grande dimostrazione di vicinanza".

Murgia con l'attuale presidente dell'Ossezia del sud e il ministro degli Esteri (foto Facebook)
Murgia con l'attuale presidente dell'Ossezia del sud e il ministro degli Esteri (foto Facebook)
Murgia con l'attuale presidente dell'Ossezia del sud e il ministro degli Esteri (foto Facebook)

Torna qualche volta in Sardegna?

"Per tanti anni non l'ho fatto. Sono dovuto venire via per forza, non è stato semplice. Quando sei adolescente e hai tutti i tuoi amici in un posto e poi improvvisamente, quasi da un giorno all'altro, te ne devi andare, poi non è facile recuperare. Ora ci torno, l'ho fatto anche quest'anno".

Avete in programma iniziative nell'Isola?

"Ho chiesto di siglare un protocollo di amicizia con Paulilatino e spero di farlo anche a Lanusei. Inoltre vorremmo riprendere i rapporti con Sant'Antioco, Calasetta, San Giovanni Suergiu. Guardi, è l'unica regione che ha espresso la concretezza della solidarietà perché la gente, da noi, ragiona con la propria testa".

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)

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