Non hanno contraffatto le opere di Maria Lai, la quotatissima artista di Ulassai ormai celebre nel mondo. Al termine di un lungo dibattimento, con numerosi esperti e periti scesi in campo per accusa e difesa, la giudice del Tribunale, Sara Caterina Ghiani, ha assolto con formula piena i galleristi cagliaritani Dante Crobu e Luigi Puddu, 62 e 45 anni, prima denunciati e poi mandati a processo con l’ipotesi di aver contraffatto e messo in commercio un gran numero di opere dell’artista scomparsa nel 2013.

Gli esposti

La vicenda giudiziaria era nata a seguito di una serie di esposti presentati dall’Archivio Maria Lai che denunciavano l’ipotesi che in giro circolasse una serie di falsi. Cinque anni fa, completate le indagini del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, nei guai era finito uno dei galleristi d'arte più conosciuti e stimati in tutta la Sardegna, Dante Crobu, difeso dall’avvocato Maurizio Piras.

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L’esperto d’arte si era subito difeso, assicurando che non ci fosse stata alcuna contraffazione, ma alla fine la Procura aveva ordinato il sequestro di 23 quadri, poi dissequestrati dal Tribunale del Riesame. Tra questi spiccano alcune “Geografie” in stoffa, delle “Lavagne” e dei “Disegni”, molte delle quali quotate tra gli 80 e 100mila euro. Nei guai, per 7 opere ritenute false era finito anche Luigi Puddu (figlio di un noto pittore di Jerzu), assistito invece dal legale Pierandrea Setzu. «Quelle opere sono vere e abbiamo tutte le prove per dimostrarlo», aveva detto Crobu, subito dopo il sequestro, «Sono stato proprio io a chiedere che venissero periziate. Per un gallerista e antiquario quest’accusa è infamante».

La denuncia

Il noto esperto d’arte cagliaritano aveva sostenuto di aver ricevuto le opere da un anziano gallerista sassarese, il primo che nel 1960 aveva fatto una mostra su Maria Lai. Avendo ricevuto l’incarico di periziarle, aveva contattato l'Archivio Maria Lai per completare l'autenticazione: da qui erano nati i problemi, visto che quelle opere erano state ritenute false ed erano scattate le denunce. Per l’esame delle stoffe e dei disegni sono scesi in campo sia i Carabinieri del Ris che un gran numero di esperti, tra i quali Alessandro Ponzeletti, Roberto Concas, Caterina Ghisu e la famosa critica d’arte Elena Pontiggia. Sono state anche verificate le firme e le scritture presenti nei libri in tessuto. «È stata dura», sottolinea il legale Setzu, «ll processo è diventato un vero e proprio simposio sull’artista con i maggiori esperti». I consulenti e i periti in campo si sono divisi: alcuni dicevano che le opere fossero vere, altri che fossero false. In ballo cifre pesanti, se si considera che un unico «libro tessile» viene quotato mediamente attorno ai 50mila euro.

E ieri mattina, con l’accusa che aveva chiesto la condanna a un anno, il Tribunale ha mandato assolti due galleristi con la formula più ampia: «Il fatto non sussiste». Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.

Francesco Pinna

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