Ore 9: il risveglio della laguna. Le prime barche cominciano a prendere il largo, cariche di visitatori che mai hanno visto una bellezza del genere. Il cielo sopra Sa Illetta è ancora limpido ma, anche più tardi, sotto nuvole nere e un bel po' di pioggia la festa va avanti. L'ultima domenica di "Ottobre in laguna" non tradisce le aspettative dei pescatori del Consorzio ittico Santa Gilla: ce l'hanno messa tutta perché questa terza edizione fosse un successo. La prova? I 1.200 posti occupati attorno alle tavolate allestite sotto i gazebo con vista sulla laguna. Finalmente piena di gente, curiosa di scoprire questo immenso e produttivo patrimonio naturalistico, finora inaccessibile ai non addetti ai lavori.

LA KERMESSE - "Ecco qual è lo spirito della festa", spiega Valter Rizzardini, presidente della cooperativa La Peschereccia, una delle sette che fa capo al consorzio che l'ha organizzata, in collaborazione con Legambiente e il contributo dell'Università che qui svolge attività di ricerca. "Stiamo cercando di far riconquistare ai cagliaritani la laguna che per troppo tempo è stata frequentata solo dai pescatori. L'obiettivo è fare anche un po' di turismo, dimostrando che possiamo diversificare il nostro lavoro: ecco, questa festa ne è un esempio". Giancarlo Scano, vice presidente del consorzio, ci vive da 35 anni con la laguna. "Dà lavoro a più di duecento persone e famiglie, è il nostro pane quotidiano", ricorda confermando che questa "è una buona annata, dopo anni di morìa". Anche se "vorremmo ripristinare l'acqua dolce che prima arrivava dai fiumi di Assemini, ora sbarrati, e avere uno stagno di acqua salmastra e non salata come oggi", aggiunge Emanuele Orsatti, il presidente che facendo leva "sull'unità" dei soci del consorzio ha dettato da tre anni un cambiamento di rotta, puntando su obiettivi molto ambiziosi. "Far diventare Santa Gilla una delle più forti realtà di pesca della Sardegna". Chissà: a oggi attorno a questa laguna ruota un giro d'affari superiore ai due milioni di euro.

I VISITATORI - Intanto la fanno conoscere al pubblico: 50 "volontari" ieri si sono messi a disposizione dei visitatori, portandoli a fare un giro in barca e arrostendo per loro 200 chili di muggini e oratine, triglie e calamari e friggendone altri 150, comprese tutte le bontà della laguna, cozze, arselle, bocconi, cannolicchi e orziadas. Maurizio Depau è un pescatore di arselle (d'estate) e ricci (d'inverno, con tutti i problemi di una stagione che dovrebbe iniziare a novembre). A lui il compito di traghettare i primi cinque visitatori fino agli allevamenti dei mitili e delle ostriche arrivate dalla Francia e di cui si coltivano i semi dentro apposite "lanterne". "Man mano che crescono dobbiamo rincalzarle", spiega Riccardo Pes dal vivaio delle ostriche. Gianluca e Andrea Lilliu lavorano i pergolati di cozze. "Li abbiamo fatti a maggio-giugno, ci vuole circa un anno per farle maturare".

I PROGRAMMI - Tanti progetti sulle rive della laguna. Vincenzo Tiana, Legambiente, punta al "grande parco delle zone umide della città metropolitana", l'Università con il docente Piero Addis (Scienze della vita e dell'Ambiente) vigila sull'impianto sperimentale dei ricci e si prepara ai prossimi test su oloturie e anemoni. Sport e tempo libero: in laguna i canoisti del circolo Kayak Sardegna Le Saline (guidato da Paolo Pani), a terra i ciclisti arrivati anche dall'hinterland, i giochi per bambini, mentre gli adulti ascoltano i racconti dell'archeologo Alfonso Stiglitz. Gran pienone allo stand di formaggi e vini degli studenti dell'Agrario Duca degli Abruzzi di Elmas. Passato, presente e futuro: c'è posto per tutti in laguna.

Carla Raggio

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