Erano tutti pronti all’ingresso del locale per l’inaugurazione, con il sorriso di chi sa che quel taglio del nastro non è che il primo passo verso tante soddisfazioni e una vita sempre più autonoma. Ma l’attesa, finalmente, è finita. Oggi alle 18 a Cagliari, in via Pergolesi, ha spiccato il volo il progetto della prima gastronomia inclusiva della Sardegna: “Noi Altri”, con i ragazzi speciali del centro diurno di via Paolo IX ad Assemini. La nuova avventura arriva dopo un anno di lavoro e impegno, alle prese con i numerosi laboratori di cucina che hanno visto protagonisti gli ospiti della struttura gestita dalla cooperativa sociale “ Controvento”. E i risultati sono stati così sorprendenti che, al termine della formazione, è nata l’idea di creare un’opportunità per mettere a frutto quanto imparato.

Quella che da stasera accoglierà i nuovi commensali è un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti. E i giovani, con le nuove divise e cappelli da chef – dividendosi i compiti tra sala e cucina –, dovranno affrontare una sfida importante: cimentarsi ogni settimana con un menù inclusivo da preparare in ben due cucine, per soddisfare il palato di tutti. Dalle ricette vegetariane a quelle senza glutine. E tanto altro.  

«L’idea è quella di garantire a soggetti in condizioni di disabilità il recupero e lo sviluppo dell’autonomia – spiega William Salis, presidente di Controvento –. Spesso soffrono dell’emarginazione sociale e sono fuori dai percorsi scolastici. Così è difficile vivere una vita normale di relazioni sociali. Noi Altri serve proprio per questo: li abbraccia e li accompagna in un percorso nuovo, con il quale hanno la possibilità di esprimersi al meglio».

Cuochi e camerieri nella gastronomia sono semiautonomi. Con loro c’è la presidente del progetto, Valentina Meloni, per la quale «non siamo davanti a un punto di arrivo ma vogliamo crederci. Quando abbiamo visto che nel gruppo c’erano dei ragazzi che potevano lavorare, abbiamo pensato a questo progetto». Anche il logo ricorda il leitmotiv della cooperativa: è stato scelto il simbolo della pintadera sarda «che richiama l’abbraccio – sottolinea Salis –, lo stesso che accoglie i nostri ragazzi ogni giorno».

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata