«Ho fatto di tutto per salvargli la vita, ho perso un amico. Addio Fabio»
Roberto Campus, soccorritore cagliaritano, è stato il primo a intervenire: «Due arresti cardiaci prima della morte, le mie forze non sono bastate»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Sento ancora l’odore del suo sangue sulle mie mani. E non mi do pace, sono sotto un treno. Ho perso un amico, ma per lui ho fatto il possibile sino alla fine». Non si da pace Roberto Campus, il soccorritore 38enne cagliaritano che per primo ha soccorso ieri notte Fabio Piga, l’ex carabiniere accoltellato al Donegal di via Caprera, a Cagliari.
«Mi trovavo nel pub, non ero in servizio. Stavo chiacchierando con la compagna di Fabio, che lavora lì, quando abbiamo sentito le urla provenire dal bagno». Pausa, un momento di sconforto. Poi il racconto riprende: «Siamo corsi sulla porta per capire cosa fosse successo. Solo allora abbiamo visto Fabio. Stava scortando il suo aggressore verso l’uscita, quando poi è crollato a terra». Solo in quel momento tutti hanno visto il sangue.
«La ferita zampillava: una coltellata nell’emitorace sinistro, per intenderci, all’altezza dell’ombelico ma sul fianco», spiega Campus, che senza perdere tempo ha subito provato a salvare la vita al suo amico. «Ho subito compresso la parte, per bloccare l’emorragia». Poi il primo arresto cardiaco. «Ho fatto il massaggio, Fabio è tornato per un momento. Poi il secondo blackout. E anche lì sono riuscito a riportarlo indietro. Ha resistito sino all’arrivo del 118. Poi sappiamo tutti com’è andata», sospira Campus.
Nei minuti interminabili in cui entrambi si trovavano a terra, all’ingresso del locale, quello che è successo «non lo dimenticherò mai. Lui mi teneva la gamba e mi guardava con gli occhi spalancati. Non ha detto nulla. Se ne stava andando tra le mie mani, e io ho fatto il possibile per tenerlo qui il più a lungo possibile», conclude Campus. Fabio è morto poco dopo tra le braccia degli operatori del 118.