Eolico, i comitati sotto il Consiglio regionale: «Così la moratoria non serve»
In aula si discute il provvedimento della Giunta, in via Roma la contestazione: «Non blocca la speculazione energetica»Bandiere, striscioni, dichiarazioni e presidi. Nel giorno della moratoria contro l’assalto dell’eolico, oggi al voto in Consiglio regionale, i Comitati di protesta si sono dati appuntamento sotto il palazzo di via Roma a Cagliari.
Malgrado sotto i portici si siano formati due diversi gruppi, la voce della protesta è una sola: «Se la presidente Todde si vuole mettere a capo del popolo, noi ci siamo». Lo dicono da Su entu nostu, lo dicono da No Tyrrhenian link, da Sardinia a is sardus. Lo dicono i gruppi arrivati da Gallura, Sulcis e Anglona, ma anche dal territorio di Uta.
«Noi riteniamo che la strada della moratoria non sia quella giusta», si ripete in tutti gli interventi, «la Sardegna può blindarsi dalla speculazione in atto solo se vengono applicate le prerogative dello Statuto. Ogni altra soluzione, inclusa la moratoria, non ferma le autorizzazioni già date né protegge il territorio dai potenziamenti degli impianti esistenti, visto che nemmeno il decreto del ministro Pichetto Fratin norma questo aspetto».
Per Comitati e associazioni, la strada da seguire è «fare un provvedimento normativo che inserisca tutti gli articoli dello Statuto che alla Sardegna capaci di mettere davvero i paletti contro l’assalto: non permetteremo di trasformare la nostra Isola in una nuova servitù».
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Alle 11,30, dopo due ore di mobilitazione, sotto il palazzo di via Roma continuano gli interventi. E la lista dei partecipanti si è allungata: c’è Sardegna pulita, le bandiere di Sardigna Natzione si sono aggiunte a quelle dei Quattro Mori. C’è il sindacato Usb, c’è il Comitadu de sa Nurra. E tanti cittadini e cittadine. «Siamo sardi liberi venuti qui per difendere la nostra terra. Se non lo facciamo noi, non lo fa la politica», dice Marta, 20 anni, in piedi tra la folla.